Cromo VI nella falda acquifera:
Ciserano cita in giudizio 4 aziende

Comune di Ciserano cita in giudizio per il rimborso delle spese di bonifica le quattro aziende che hanno inquinato con il cromo VI (esavalente) la falda acquifera fra Zingonia e Treviglio.

L’atto sarà formalmente presentato al Tribunale di Bergamo in questi giorni. Lunedì 20 aprile, comunque, si è tenuto l’incontro definitivo fra l’avvocato Paolo Bonomi di Bergamo e il sindaco Enea Bagini che ha autorizzato il via all’azione giudiziaria in sede civile.

Lo scopo è quello di recuperare i soldi pubblici che il Comune ha speso per installare in territorio di Ciserano, in via Solferino (nella foto), e poi mantenere in funzione per poco meno di due anni, la barriera idraulica servita ad arginare la diffusione del cromo VI. Quando nell’agosto del 2009 l’inquinamento è stato scoperto, questa diffusione stava avvenendo dalla zona industriale di Zingonia, dove si trovano le quattro aziende individuate dall’Arpa Bergamo come responsabili, verso il Trevigliese.

Il conto definitivo ormai è stato fatto: in tutto sono stati spesi 2 milioni e 565 mila euro che sono stati stanziati dalla Regione. «Palazzo Lombardia - afferma il sindaco Enea Bagini - nel decreto di assegnazione al Comune di Ciserano di queste risorse, ci aveva dato formalmente il compito, una volta completata la bonifica, di mettere in campo tutte le azioni necessarie per recuperarli».

Ecco spiegato il motivo dell’atto di citazione in giudizio che sarà presentato in questi giorni nei confronti, come detto, di quattro aziende, tutte quante presenti nella zona industriale di Zingonia (e precisamente nei confini di Verdellino): si tratta della Cromoplastica International, della Nuova Igb, delle Rubinetterie Mariani e poi della Cbs. Nei rispettivi impianti produttivi viene utilizzano il cromo VI per lavorazioni di cromatura e similari.

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