«C’è una bomba sull’aereo» Volo per Sharm ritarda 6 ore

«C’è una bomba sull’aereo» Volo per Sharm ritarda 6 oreTelefonata annuncia un ordigno a bordo dell’Airbus pronto al decollo da Orio. Paura per 157 persone, controlli minuziosi senza esito

«C’è un ordigno sull’aereo per Sharm». La telefonata, anonima, è arrivata in aeroporto quando i passeggeri del volo per Sharm El Sheikh-Marsa Alam delle 17.45 erano già imbarcati. Anzi, stavano per decollare. Improvvisamente è arrivato il comandante a pregarli di scendere. Motivi di sicurezza. Increduli, spaventati, i 157 passeggeri (tra cui molti bergamaschi) già accomodati e con le cinture allacciate, sono stati riaccompagnati in fretta all’interno dell’aerostazione, dove sono stati accolti da personale della Sacbo (la società che gestisce lo scalo). Quattro di loro (due coppie di bergamaschi) sono tornati a casa, rinunciando definitivamente al volo per paura. Alla fine tutto si è rivelato un falso allarme, opera di un mitomane. L’aereo è stato passato al setaccio dagli artificieri della polizia, così come bagagli, ed è decollato dopo la mezzanotte, oltre sei ore dopo il previsto, con tutti gli altri passeggeri.

Ecco i fatti. Il volo Eurofly delle 17,45 per Sharm El Sheikh, un Airbus 320, è già sulla pista di Orio pronto al decollo, con 157 passeggeri a bordo, quando viene fermato dalle autorità areoportuali. In aeroporto, infatti, è appena giunta una telefonata anonima, confusa: «C’è un ordigno su quell’aereo», avrebbe detto la voce misteriosa. Immediatamente scatta la procedura di sicurezza. Tutte le autorità vengono informate dell’emergenza e si decide per il controllo palmo a palmo del velivolo, e un nuovo controllo dei bagagli. I passeggeri intanto vengono riportati all’interno dell’aeroporto, dove personale incaricato spiega loro la situazione. Alcuni, pur tranquillizzati dagli operatori, pensano già di tornarsene a casa: non vale la pena rischiare, con tutto quello che succede di questi tempi. Intanto l’aereo viene portato nell’area nord dello scalo, isolato, in attesa dell’arrivo degli artificieri da Milano. Gli esperti della polizia, assistiti dagli uomini della Questura di Bergamo, passano al setaccio ogni angolo dell’apparecchio. Poi tocca ai bagagli.

Intanto trascorrono le ore e i passeggeri vengono tenuti al corrente della situazione da personale della Sacbo. Vengono divisi in tre gruppi e ospitati a cena, a turno, nel ristorante dell’aeroporto. Finalmente in serata la perquisizione dell’aereo finisce: niente bombe sul velivolo, niente ordigni dei bagagli. Solo apprensione per la telefonata anonima di un mitomane.

Le autorità aeroportuali in tarda serata hanno disposto il regolare decollo dell’aereo. Per i passeggeri un sospiro di sollievo, e un nuovo imbarco verso Sharm El Sheikh. Quattro viaggiatori, tuttavia, hanno rinunciato alla partenza e sono tornati a casa, ben prima che fossero concluse le operazioni di verifica da parte della polizia.

Prima di risalire sull’aereo, i viaggiatori hanno dovuto effettuare la cosiddetta procedura di riconciliazione bagaglio-passeggero, per evitare che nelle operazioni di perquisizione qualche valigia fosse andata persa. Dopodiché i 153 passeggeri rimasti sono potuti risalire sull’aereo, destinazione vacanze.

Le autorità hanno avviato le indagini per risalire all’identità del mitomane autore della telefonata anonima, che ha fatto scattare le procedure d’allarme facendo tornare la paura degli attentati.

(13/10/2004)

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