Curata nell'Oasi del Wwf
l'aquila reale torna in libertà

È tornata in libertà mercoledì l'aquila reale recuperata lo scorso 28 gennaio ad Adrara San Martino, in stato di avvelenamento. Lo splendido esemplare è stato poi curato all'Oasi del Wwf in Val Predina, nel Comune di Cenate Sopra.

È tornata in libertà mercoledì l'aquila reale recuperata lo scorso 28 gennaio ad Adrara San Martino in stato di avvelenamento. Lo splendido esemplare è stato poi curato al centro di recupero degli animali selvatici dell'Oasi del Wwf in Val Predina, nel Comune di Cenate Sopra.

L'aquila reale liberata è una femmina con più di 4 anni e ha un'apertura alare di un paio di metri: era stata avvistata da due escursionisti sul sentiero che porta al rifugio Gemba, ad Adrara, e aveva difficoltà a volare. Due guardie ecologiche volontarie e la pattuglia del nucleo ittico-venatorio l'avevano poi portata al Cras per le cure. Al centro di Val Predina l'aquila è stata tenuta al caldo con un'apposita lampada, per evitare che sprecasse energie per scaldarsi.

Enzo Mauri, direttore del Wwf di Val Predina, ha ricordato il percorso di guarigione dell'aquila reale liberata: «Nei primi 10 giorni non riuscivamo a farla mangiare. L'abbiamo curata con dei farmaci per farle smaltire la tossicità che aveva assimilato. Infine, è stata trasferita in una voliera di recupero dove ha iniziato a cibarsi e a mantenere un buon tono muscolare. Infatti, gli animali abituati a muoversi non possono rimanere troppo a lungo fermi. L'abbiamo liberata in Val Predina perché siamo sulla stessa quota della zona (prealpina) dove era stata ritrovata».

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