Da Bach a Beethoven via Mozart
Ecco le città dei compositori star

Chi ha un compositore di grido non se lo fa mica sfuggire. Ci costruisce intorno l’offerta culturale della città intera, fa diventare il nome un autentico brand: da pubblicazioni scientifiche a festival, passando per souvenir e gadget di varia natura.

Funziona? Certo che sì. Magari i puristi storceranno il naso, ma se uno va a Salisburgo difficile che non torni con una confezione delle palle di Mozart, cioccolatini che vanno per la maggiore. Sicuri che a Bergamo un «elisir d’amore» fatto profumo non avrebbe i suoi bei fans? Provocazioni (nemmeno tanto) a parte, Gaetano Donizetti è uno dei compositori più rappresentati al mondo: proprio il suo «Elisir» battaglia testa a testa nella classifica delle opere più presenti nei maggiori teatri mondiali con quelle verdiane.

Per Bergamo è un asso da giocare, finora rimasto troppo nella manica. Ci sono esempi nostrani come Pesaro che su autori come Gioacchino Rossini hanno saputo costruire la propria fortuna internazionale: Bergamo deve invece ancora cominciare a ragionare su uno sfruttamento, passateci la forzatura, quasi industriale del marchio donizettiano. Senza banalizzazioni, ma con la giusta apertura.

E siccome a copiare bene non c’è nulla di male, un’occhiata a chi già da anni ha avviato sfide del genere fa solo bene. Perché il richiamo di nomi di questo livello è davvero una calamita, capace di portare gente anche laddove non c’è nulla, o al massimo un vago ricordo. Un esempio? Lipsia. Nella Tomas Kirche, chiesa luterana dedicata a San Tommaso c’è un pellegrinaggio ininterrotto di devoti del grande Johan Sebastian Bach. Che ha iniziato lì tra i cantori e poi all’organo. Bene, i bombardamenti hanno raso al suolo tutto, compresi i 2 organi dove Bach suonava: il grande compositore era pure sepolto in un’altra chiesa finita distrutta anche questa dai bombardamenti. Per questo motivo le sue spoglie sono state trasportate successivamente alla Tomas Kirche, dove riposano sotto una semplicissima lapide. Eppure ogni giorno è un via vai ininterrotto di turisti che si fanno fotografare davanti al monumento sulla piazza: dentro, ad ogni modo, è un florilegio di concerti e rappresentazioni del maestro, almeno 2 al giorno. E fanno il pieno. Per la cronaca c’è pure uno shop (anche on line) decisamente ben fornito: e se qualcuno storce la bocca davanti alle t-shirt di Bach, sappia che vanno per la maggiore. E finanziano tutto il resto.

Per la cronaca, Bach è nato in Turingia, ad Eisenach, dove ovviamente la casa natale è meta della seconda parte del pellegrinaggio. Vi sono custoditi cimeli del compositore e diversi strumenti musicali.

Restiamo in Germania e spostiamoci a Bonn, che oltre ad essere la capitale della Repubblica federale tedesca fino alla riunificazione della Germania è pure la città natale di Ludwig Van Beethoven. La Beethoven Haus è di gran lunga la cosa più eccitante di una città anonima come poche, a pochi minuti di strada dalla ben più frizzante Colonia.

Il museo è tra i meglio organizzati, con visite in 5 lingue (e anche virtuale su Internet) e un ricchissimo campionario del grandissimo compositore.Per la cronaca, lo shop conta su 800 (ottocento...) prodotti.

Su Salisburgo c’è davvero poco da dire, nel senso che tutto ruota intorno a Wolfgang Amedeus Mozart. La famiglia Mozart visse per 26 anni - dal 1747 al 1773 - al terzo piano della cosiddetta «Casa Hagenauer» nella Getreidegasse 9. Il 27 gennaio del 1756 vi nacque anche Wolfgang Amadeus Mozart. L’edificio è intitolato al proprietario ed amico di Mozart Johann Lorenz Hagenauer (1712-1792), un noto commerciante ed importatore di spezie.

«Il 15 giugno del 1880 la Fondazione Internazionale di Mozart allestì per la prima volta una museo nella Casa natale di Mozart. Nel corso degli ultimi decenni questo luogo è stato sistematicamente trasformato e rinnovato divenendo un punto d’incontro culturale che attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti dal mondo intero» si legge.

«I visitatori vi possono ammirare gli spazi originali in cui visse Mozart che custodiscono, fra l’altro, strumenti storici, documenti ufficiali, effetti personali e la maggioranza dei ritratti dipinti nel periodo della sua vita – come ad esempio il dipinto ad olio del 1789 rimasto incompiuto “Mozart al pianoforte”, opera del cognato di Mozart Joseph Lange. Fra gli oggetti esposti più famosi figurano il violino di Mozart bambino, il suo violino da concerto, il clavicordo, il pianoforte a martelli, ritratti e lettere della famiglia Mozart». Un’occhiata al sito internet è quanto meno utile e illuminante: tra l’altro si possono anche comprare le «Mozartkugel», ovvero i celeberrimi cioccolatini. E il richiamo del compositore è talmente forte che pure Vienna (che non manca di attrattive) ha la sua bella Mozarthaus.

E in Italia? Casa Verdi a Busseto, provincia di Parma, è interessante anche se non ai livelli di sfruttamento commerciale degli esempi prima citati.

Idem Casa Rossini a Pesaro, che comunque è forse l’esempio nostrano meglio riusciti di connubio tra esposizione di cimeli e capacità di «utilizzare» il marchio per finanziare iniziative di natura culturale collaterali all’artista medesimo.

Come dire che Bergamo ha sì molto da imparare, ma anche enormi potenzialità con il suo Donizetti. L’importante è rendersi conto delle potenzialità, lasciare da parte qualche snobismo di maniera (che c’è...) e crederci davvero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA