Dati rubati anche sui social network
Furti d’identità: 259 casi in un anno

La crisi non ferma le frodi creditizie a Bergamo: 259 i casi registrati nel 2013. I ladri d’identità riescono ad accedere a informazioni personali e riservate altrui sia attraverso documenti cartacei ma anche grazie ai profili scaricabili dai social network.

La crisi non ferma le frodi creditizie a Bergamo. Il nostro territorio sale infatti sul terzo gradino del poco invidiabile podio lombardo in tema di furti d’identità, con 259 casi registrati nel 2013.

Al primo posto della classifica regionale si colloca Milano (che con 1.042 frodi creditizie si piazza anche al quarto posto assoluto nella classifica nazionale), seguito da Brescia, 360 casi.

Tutto nasce dalla estrema facilità con la quale i criminali riescono ad accedere a informazioni personali e riservate altrui, attraverso documenti cartacei o in formato digitale, ma anche grazie all’enorme diffusione di dati e profili scaricabili dai social network.

I dati si dimostrano ancora più rilevanti se confrontati con la contemporanea contrazione dei volumi, sia della domanda di finanziamenti, sia del credito erogato alle famiglie italiane.

In buona sostanza, se da un lato è diminuito l’importo complessivo dato in prestito alle famiglie, dall’altro lato sono aumentati tutti quegli atti criminali che si realizzano mediante il furto di identità (prima), e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari di altre persone per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene.

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