De Ponti: procura, Ros e servizi segreti
Restano ancora molti punti da chiarire

Dal Kurdistan alla Turchia e poi alla Giordania fino a Roma dove è stato ascoltato dalla Procura e anche avvicinato dai servizi segreti. Da domenica, invece, si trova nella Bergamasca dove si è sottoposto in un ospedale a una tac.

Lunedì 13 luglio è stato invece sentito dai Ros di Brescia, il raggruppamento operativo speciale dei carabinieri con competenza su criminalità organizzata e terrorismo. Sta assumendo sempre più i connotati di un rompicapo internazionale la vicenda di Alessandro De Ponti, il giovane di 23 anni di Treviglio andato a combattere fra Siria e Iraq e entrato nelle file dell’Unità di protezione popolare, per sostenere il popolo curdo nel contrastare l’avanzata dello Stato islamico.

Ferito, è rimasto alcuni giorni in stato di fermo in un ospedale a Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan Iracheno. Dopodiché è stato sempre più difficile seguire le sue tracce. A cominciare dal luogo in cui è decollato per rimpatriare. Prima ancora che arrivasse in Italia, si era appreso da fonti governative che sarebbe decollato da Istanbul a bordo di un aereo della Turkish airlines. Il suo ritorno era atteso per venerdì slittato poi, «per un problema logistico», a sabato, giorno in cui era atteso all’aeroporto internazionale di Malpensa.

Proprio sabato si è appreso che era atterrato invece a Roma, dove è stato ascoltato in Procura. Il suo arrivo a Roma non è stata l’unica sorpresa del suo ritorno a casa (ancora non si è visto nella sua casa di Treviglio). Ieri, infatti, ancora da fonti governative, si è appreso che De Ponti non è in realtà decollato dalla Turchia bensì da Amman, città capitale della Giordania. Ma come mai non è partito dalla Turchia e che cosa ci faceva in Giordania?

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