«Devo consegnare gelati» Ed è passato
Nizza: tra le vittime tanti stranieri e bimbi

«Devo consegnare gelati». Così Mohamed Lahouaiej Bouhlel, un emigrato tunisino di 31 anni residente in Francia dal 2011, è riuscito a beffare la polizia ed entrare nell’isola pedonale del lungomare di Nizza uccidendo 84 persone tra adulti e bambini.

I media della Tunisia scrivono che aveva ottenuto un permesso di soggiorno grazie al matrimonio con una franco-tunisina residente nella città, dalla quale ha avuto tre figli. L’uomo sarebbe stato depresso per l’imminente divorzio. La moglie stamani è stata fermata. Il padre di Bouhlel, secondo la polizia tunisina, sarebbe noto come estremista ed iscritto al partito islamico Ennhadha. Altri parenti sono ritenuti vicini ai fondamentalisti e, condannati, sono usciti dal carcere beneficiando dell’amnistia generale del 2011. Uno dei familiari del killer lavora all’aeroporto di Nizza e forse proprio per questo motivo lo scalo è stato evacuato oggi per alcune ore.

Il presidente Hollande arrivato a Nizza ha detto che «ci sono 50 feriti tra la vita e la morte, tra le vittime tanti stranieri e bambini». Un chirurgo italiano che lavora al Centre Hospitalier Universitaire di Nizza ha riferito di 188 feriti, di cui 98 gravi, 25 sono in rianimazione. Il bilancio delle vittime resta di 84 persone morte. Nella città molti turisti hanno interrotto le vacanze e lasciato gli alberghi.

I sostenitori dell’Isis, riporta il Site, hanno celebrato il massacro, ma al momento non c’è stata una rivendicazione ufficiale. I leader dei Paesi occidentali si stringono intorno alla Francia. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che la «Germania è a fianco della Francia, malgrado le difficoltà, vinceremo questa battaglia». Vicinanza di Theresa May, nuovo primo ministro in Gran Bretagna: «Spalla a spalla con Hollande». Il premier Matteo Renzi: «I terroristi non l’avranno vinta, mai». Condanna del Papa: «Prego per le vittime dell’attentato a Nizza e i loro familiari. Chiedo a Dio di convertire il cuore dei violenti accecati dall’odio». Messaggi di solidarietà anche da Hamas e Olp.

La Francia ha prolungato di altri tre mesi lo stato di emergenza che doveva concludersi il 26 luglio. Hollande ha annunciato che saranno rafforzati i raid in Siria e Iraq: «Siamo stati colpiti il 14 luglio, giorno di Festa Nazionale e simbolo della libertà, perché i fondamentalisti negano i diritti. La Francia è inorridita da questa tragedia, questa mostruosità, ma siamo più forti dei fanatici». «Siamo in guerra», ha sottolineato il ministro dell’Interno Cazeneuve.

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