Dolore e cure al fine vita
Venerdì riflessioni al «Gleno»

Il dolore e le cure al termine della vita in Rsa è il tema di un convegno in programma alla Fondazione Santa Maria Ausiliatrice, in via Gleno, venerdì 19 novembre dalle 8.30 alle 17. L'iniziativa coinvolgerà oltre 170 operatori del settore.

Il dolore e le cure al termine della vita in Rsa è il tema di un convegno in programma alla Fondazione Santa Maria Ausiliatrice, in via Gleno, venerdì 19 novembre dalle 8.30 alle 17. La segreteria scientifica è delle dottoresse Gloria Belotti e Manuela Capoferri, che hanno organizzato l'inziativa con i colleghi dell'Hospice di Borgo Palazzo. L'iniziativa coinvolgerà oltre 170 tra medici, infermieri, professionali, psicologi, fisioterapisti e operatori del settore.

La salvaguardia della qualità della vita - spiegano le dottoresse Gloria Belotti e Manuela Capoferri, responsabili della Segreteria scientifica del convegno - è l'indiscusso primo obbiettivo da perseguire tenacemente nelle case di riposo. Indiscusso, ma non banale da raggiungere, considerando la sempre più variegata e complessa tipologia di pazienti che le RSA ospitano. Vi è stato negli anni scorsi un continuo ed importante mutamento nelle strutture di accoglienza per anziani, che si sono trasformate da residenze a prevalente componente sociale (per «autosufficienti») a luoghi di cura per anziani disabili gravi («non autosufficienti»). Oggi le persone che necessitano di una struttura residenziale non sono solo anziane e non autosuffi cienti, ma anche accompagnate da problemi clinici maggiori e diversi; sono persone affette da malattie croniche nelle fasi gravi e terminali con una serie di criticità, che rendono inapplicabile il modello di cura specialistico ospedaliero. Questi pazienti complessi trascorrono mesi o anni nelle RSA e vi concludono la loro vita».

«L'esperienza di questi anni, supportata dai dati statistici, ci insegna che è il dolore il primo nemico da combattere per salvaguardare la dignità, prima ancora della qualità della vita, di queste persone. Rappresenta una sfida, perché nella popolazione delle RSA il dolore assume delle caratteristiche del tutto peculiari: frequentissimo, cronico, misconosciuto, non detto, sopportato e sottotrattato, da gestire in pazienti comorbidi e in politerapia. Nella fase conclusiva della vita la sfi da si fa ancora più grande, perché sempre più diffi cile è salvaguardare «il benessere» della persona fino alla fine, quando, insieme al dolore, si deve combattere contro l'immobilità, la diffi coltà di comunicazione, i disturbi della deglutizione, l'agitazione e altro ancora. Da qui la necessità di una discussione e di un approfondimento continuo di questi temi da parte di tutte le fi gure che compongono le équipe di cura: medici, infermieri, fi sioterapisti, ASA, OSS, psicologi, familiari… Mai come in questo caso - concludono Gloria Belotti e Manuela Capoferri - l'unione fa la forza».

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