Ebola, termometri negli aeroporti?
Per ora nessun caso in Lombardia

Per contenere il virus dell’Ebola, il ministero della Salute starebbe pensando di dotare tutti gli aeroporti di strumenti per la misurazione digitale della temperatura corporea.

«Invitare la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e le autorità sanitarie nazionali ed europee, al fine di concordare azioni e pratiche indirizzate a incrementare i controlli sui passeggeri in arrivo da aree a rischio, tra le quali la dotazione in tutti gli aeroporti lombardi (uffici Usmaf) di termometri digitali per la rilevazione della temperatura corporea dei viaggiatori al fine di contenere l’infezione da Virus Ebola e avviare un’ulteriore campagna informativa sulle linee guida comportamentali da porre in essere per gli operatori sanitari lombardi che dovessero affrontare situazioni a rischio».

Sono questi i contenuti degli impegni per la Giunta lombarda proposti dal vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani e accolti dal Consiglio regionale, in relazione alla mozione «Controlli sanitari per le persone che rientrano dai paesi africani» votata martedì pomeriggio 14 ottobre all’Aula di Palazzo Pirelli.

Il vicepresidente Mantovani, nel corso della sua relazione, ha ripercorso le iniziative poste in essere da Regione Lombardia, da quanto, nell’agosto scorso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato l’insorgere del Virus Ebola nei Paesi dell’Africa occidentale.

Dalla visita al canale sanitario di Malpensa, dello scorso 9 agosto, a quella al Sacco del 13 agosto, sino alla più recente visita a Linate di venerdì scorso. «Abbiamo già scritto in agosto al ministro Lorenzin per chiedere la necessaria garanzia di sicurezza per tutti i 4 scali lombardi di Malpensa, Linate, Orio al Serio e Montichiari».

«A questo proposito - ha evidenziato Mantovani - sempre a seguito del sopralluogo di settimana scorsa, abbiamo rinnovato al ministro Lupi, anche alla luce dell’annunciato aumento dei voli in arrivo su Linate, la richiesta di un canale sanitario, essendo l’aeroporto lombardo inserito nell’elenco dei 4 aeroporti italiani con canale sanitario (Malpensa, Linate, Fiumicino e Ciampino)».

«Tutte le azioni - ha precisato il vice presidente di Regione Lombardia - sono comunque coordinate sul territorio nazionale dal Ministero della Salute che opera in stretto contatto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le altre Regioni italiane».

L’assessore alla Salute ha quindi ricordato le diverse riunioni che la Direzione generale Salute ha promosso con i rappresentanti di Usmaf (Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera) e le Direzioni degli ospedali con reparti di malattie infettive e Areu così da porre in essere le necessarie contromisure. «In questo contesto - ha sottolineato Mantovani - è stato rimarcato il ruolo dell’Azienda Ospedaliera Sacco, quale punto di riferimento, non solo per il trasporto dei pazienti in situazione di alto bio-contenimento, ma anche per tutti gli aspetti riguardanti la diagnosi e la cura della malattia».

L’Ospedale Sacco, infatti, al pari del «Lazzaro Spallanzani» di Roma sulla base di quanto previsto dall’ultima circolare ministeriale di inizio mese, è catalogato come «Centro Nazionale di Riferimento per la gestione clinica del paziente», fermo restando che i campioni che saranno inviati ai laboratori regionali di riferimento, dovranno essere inviati contemporaneamente all’INMI «L. Spallanzani» per conferma.

L’assessore alla Salute ha poi messo l’accento sulle procedure di controllo che già vengono messe in atto. «All’arrivo sul territorio italiano - ha precisato Mantovani - attraverso le frontiere aereo-portuali sono attivi gli uffici del Ministero della Salute - Usmaf deputati, sia a gestire eventuali arrivi di soggetti che evidenziano sintomatologia sospetta che provengono dalle aree epidemiche e che vengono segnalati dalle compagnia aeree o spontaneamente all’arrivo in aeroporto, sia a fornire informazioni all’arrivo a tutti i viaggiatori circa il comportamento da tenere al manifestarsi di eventuali sintomatologie ancorché sfumate».

«Il Ministero della Salute - ha continuato il vice presidente di Regione Lombardia - sta valutando, in accordo con gli altri Paesi europei, eventuali misure aggiuntive, quali, ad esempio la misurazione della temperatura corporea ai varchi aeroportuali che resterebbero sempre a cura degli uffici dell’Usmaf».

L’assessore alla Salute ha infine ribadito la validità dei protocolli finora messi in atto da Regione Lombardia. «Ad oggi - ha concluso Mantovani - le persone che si sono presentate spontaneamente attraverso chiamata di Areu 118 e presso i Pronto Soccorso delle Strutture Sanitarie regionali segnalando quesiti in relazione alla loro permanenza recente in aree epidemiche e/o che presentavano sintomatologia sospetta, sono stati correttamente valutati dal punto dal vista infettivologico, anche grazie al supporto della Azienda Ospedaliera Sacco e, ove indicato, sono stati sottoposti a test per la ricerca di virus Ebola, risultando tutti negativi. Esito successivamente confermato da parte dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma».

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