Ecotassa sulle auto: minimo 150 euro
La maggioranza approva, poi ci ripensa

La nuova tassa sulle emissioni inquinanti delle auto riguarderà, così come delineata dall’emendamento alla manovra, non solo auto di grossa cilindrata ma anche molte utilitarie, a partire da uno dei modelli più diffusi in Italia, la Fiat Panda. Ma Salvini e Di Maio fanno subito marcia indietro.

L’emendamento approvato nella tarda serata di martedì prevede da una parte incentivi alle auto a basse emissioni, a gas, ibride o elettriche, e dall’altra l’introduzione di una nuova tassa «parametrata al numero dei grammi di biossido di carbonio emessi per chilometro, eccedenti la soglia di 110 CO2 g/km». La tassa va da un minimo di 150 euro a un massimo di 3.000 euro e si applica alle immatricolazioni di vetture «nuove di fabbrica», quindi non sul parco auto circolante, ma solo quello acquistato a partire dal primo gennaio 2019.

Una forma di copertura per gli incentivi, il cui costo è stimato in circa 300 milioni di euro, ma che potrebbe anche portare a «eventuali entrate eccedenti» da far confluire nel Fondo per le esigenze indifferibili.

Secondo la tabella riportata nell’emendamento, la tassa parte da 150 euro per i modelli che emettono tra 110 e 120 g/km di anidride carbonica, per salire a 300 euro in caso di emissioni tra 120 e 130 grammi, a 400 euro tra 130 e 140 grammi e così via, fino ad arrivare a 3.000 euro per le auto o i van che producono oltre 250 grammi di CO2 ogni a chilometro.

Guardando ai livelli di emissioni dei modelli Fiat riportati sul sito dell’azienda, la tassa non risparmierebbe quasi nessuno, né la Panda, né la 500X, tra i modelli praticamente più venduti in Italia. Della gamma Volkswagen non si salverebbe alcun veicolo. Così come non sarebbe esente la piccola di casa Nissan, la Micra. Tra le city car sarebbero invece sotto gli standard quantificati dall’emendamento, quindi prive di aggravio, ad esempio l’Aygo della Toyota o la Peugeot 108.

Il vicepremier Luigi Di Maio ha già promesso correzioni in Senato: «Non vogliamo assolutamente penalizzare le famiglie che oggi hanno difficoltà e a volte acquistano l’auto meno costosa col motore meno performante, come la «Pandarella», come la chiama il ministro dell’Ambiente Costa, o la Punto. E tanto meno creare uno shock al mercato dell’auto in Italia, ai costruttori e ai lavoratori: chi può lo può dire meglio di me che sono di Pomigliano d’Arco, la mia città è cresciuta intorno a quella che fu l’Alfasud». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, tornando in una diretta Facebook sulle polemiche seguite all’emendamento alla legge di Bilancio sulla tassazione delle auto. La norma, ha ricordato, «è passata in legge di Bilancio così alla Camera, ma al Senato la possiamo migliorare ancora». Quindi, ha concluso, il tavolo con i costruttori e i consumatori annunciato in precedenza verrà fatto «al più presto, perché la legge di Bilancio va al Senato la prossima settimana».

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