Egiziano uccisio, connazionale a processo

E’ stato rinviato a giudizio dal gup Raffaella Mascarino, Halmy Sayed Ahmed Alì Mamhoud, l’egiziano di 26 anni fermato lo scorso novembre a Ventimiglia perché sospettato dell’omicidio del connazionale Mohamad Alì Abrahim, il venticinquenne ucciso a coltellate, carbonizzato e abbandonato cadavere nella campagna di Ciserano. Il processo inizierà il prossimo 10 ottobre. L’egiziano è difeso dall’avv. Leandro Di Cintio. Il ventiseienne, che era domiciliato a Pontirolo Nuovo a novembre era comparso davanti al giudice per le indagini preliminari di Sanremo, Edoardo Bracco, e si era avvalso della facoltà di non rispondere. Il gip aveva confermato i gravi indizi di colpevolezza raccolti dai carabinieri del nucleo operativo provinciale e aveva disposto la custodia in carcere dell’egiziano. Alcuni giorni dopo era stato trasferito nel carcere di Bergamo.Nelle indagini era risultato fondamentale ricostruire gli spostamenti dell’egiziano ventiseienne grazie all’analisi delle celle della telefonia mobile. Il fermato si era infatti tenuto il cellulare della vittima dopo il delitto. I carabinieri erano dunque già sulle sue tracce quando il giovane egiziano è stato avvistato alla stazione ferroviaria di Ventimiglia, a una manciata di chilometri dal confine, mentre osservava il tabellone degli orari dei treni per la Francia. Forse era intenzionato a espatriare. I carabinieri hanno intanto chiarito meglio le circostanze in cui sarebbe avvenuto il delitto. Non si tratterebbe di un debito, bensì di una vera e propria rapina: l’indagato avrebbe aggredito il connazionale con lo scopo di portargli via la somma di quattromila euro. Probabilmente la situazione era degenerata e, alla fine, Halmy aveva ferito a morte Mohamad, sferrandogli tredici coltellate e poi dando fuoco al corpo: in quest’ultima fase Halmy si è anche provocato delle ustioni a viso e mani che il giovane fermato ha ancora sul corpo. (22/07/2008)

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