Fontana: «Tasi, la colpa non è dei Comuni, ma del governo»

La Tasi torna ad essere il tema caldo di questa campagna elettorale. Alla richiesta avanzata dai sindacati ai Comuni di non applicare le sanzioni economiche di mora previste, alla luce del caos creato dalle imminenti scadenze, risponde Gregorio Fontana, deputato bergamasco di Forza Italia

«La responsabilità non è certo dei Comuni, ma dell’attuale governo di sinistra. Le amministrazioni locali, anzi, risultano colpite due volte: la prima perché costretti a fare da esattori e la seconda perché i tempi imposti dal governo mettono a dura prova la macchina burocratica dei Comuni», spiega.

«I sindacati fanno bene a preoccuparsi dei disagi dei cittadini e dell’eccessivo carico di lavoro dei loro Caf, ma innanzitutto sbagliano indirizzo, perché non si può certo pretendere che i Comuni possano risolvere singolarmente problemi generali legati ad una tassa decisa in fretta e furia il mese scorso dal governo centrale. Dove erano i sindacati e gli esponenti della sinistra quando si trattava di proteggere i cittadini e il loro bene principale, la casa?».

« Il governo scarica sulle amministrazioni locali funzioni che non appartengono ai comuni, per l’ansia di coprire buco degli 80 euro in busta paga, il regalo elettorale di Renzi». A riportare un po’ di chiarezza sull’imposta, ci ha pensato Bankitalia con la relazione annuale presentata oggi: «La Tasi rischierà di risultare più pesante dell’Imu, di cui ricordiamo era stata richiesta dal centrodestra l’abolizione. Un’imposta che per l’anno prossimo, con l’aliquota al 6 per mille, potrebbe arrivare di fatto a triplicarsi rispetto ad oggi, a causa dell’ostinazione del governo a non trovare altre coperture per evitare questa tassa ingiusta», conclude Fontana.

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