Fontanella, catene e sciopero della fame contro la tangenziale

È incatenata sotto un gazebo di Legambiente nella piazza di Fontanella, davanti alla sede del Comune, e con oggi ha iniziato anche lo sciopero della fame. La protesta di Andreina, comproprietaria con la sorella dell’azienda agricola Cascine Portico di Fontanella, nasce dalla costruzione del tratto della tangenziale est, già in fase di realizzazione, nella zona di Fontanella a discapito dei terreni agricoli limitrofi al paese che, a causa del nuovo tracciato, sono stati espropriati. «Resterò incatenata per richiamare l’attenzione del presidente della Regione Lombardia Formigoni, molto attento ai problemi ambientali, affinchè inviti il sindaco di Fontanella Mario Gandolfi ad attenersi al parere vincolante della Regione sull’approvazione del piano regolatore. Tale parere richiede infatti la salvaguardia e la tutela, in fase di progettazione della nuova viabilità, da ogni tipo di edificazione e trasformazione dei luoghi e fontanili presenti su tutto il territorio e in particolare quelli presenti a sud, in corrispondenza dell’innesto della variante alla strada statale 498». Gli agricoltori espropriati avevano fatto già sentire la loro voce ma lo scorso 30 novembre il Consiglio di Stato non ha concesso la sospensiva sulla costruzione della tangenziale: «Non è in discussione l’utilità o meno di questo tracciato - continua la donna -. Ciò che si discute è la mancata attenzione del Comune che non ha tenuto conto delle esigenze delle aziende agricole, senza valutare progetti che avrebbero salvaguardato, almeno in parte, i territori agricoli interessati». Non è ovviamente della stessa idea Mario Gandolfi: «Questa protesta non è altro che un tentativo strumentale per alimentare tensione e creare divisioni - ha detto il primo cittadino di Fontanella -. Il percorso del tratto stradale è stato deciso da tempo e non è mai stato un segreto. Sono pronto a ricevere il presidente Formigoni che potrà verificare la correttezza dell’opera, senza dimenticare che 2 milioni e mezzo dei cinque milioni spesi per questa strada arrivano proprio dalle casse della Regione Lombardia». Ma Andreina non demorde e proseguirà con lo sciopero della fame incatenata al Comune: «Con questa opera si vuole distruggere un paese prettamente agricolo e compiere l’ennesimo scempio ambientale - spiega la donna -. Per questo proseguirò con la mia battaglia fino all’intervento di Formigoni e, se necessario, del Presidente della Repubblica».

(08/12/2004)

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