Futuro del Portello: fumata grigia
Nuovo rinvio, Milan e Vitali in attesa

Fumata grigia sul futuro del Portello. Si registra un nuovo rinvio al termine del Comitato esecutivo di Fondazione Fiera Milano che lunedì 6 luglio avrebbe dovuto scegliere fra i progetti di riqualificazione rimasti in corsa, lo stadio del Milan e «Milano Alta» della bergamasca Vitali e Stam Europe.

La Fondazione Fiera Milano è chiamata a prendere una decisione sulla riqualificazione del padiglione 1-2. Sono rimasti in lizza due progetti: quello del club rossonero e Arup Italia, voluto dall’ad Barbara Berlusconi, il loro progetto principale è la costruzione del nuovo stadio in cui giocherebbe il Milan (con l’Inter che resterebbe a San Siro), e quello proposto da Vitali con Stam Europe, che prevede una linea verde e spazi polifunzionali.

Al momento, secondo quanto trapela, non è stata ancora individuata una data in cui affrontare nuovamente la decisione, già rinviata il 25 giugno dal Comitato esecutivo, presieduto da Benito Benedini. In quell’occasione, concluso l’approfondimento delle due proposte rimaste in corsa e «apprezzando la completezza dei due progetti», il Comitato aveva fissato per oggi una nuova seduta per prendere la decisione finale sul progetto di riqualificazione dell’area del Portello. Che però è ancora slittata.

In lizza non c’è solo il Milan con il suo avveniristico stadio da 48 mila posti e oltre 300 milioni di costo, ma anche la Vitali di Cisano con il suo modello polifunzionale ed ecocompatibile da 108 milioni, realizzabile in meno di due anni. Un modello che sposa la qualità della vita proponendo spazi polifunzionali, con parco tecnologico, zone ciclopedonali, spazi commerciali e per il divertimento, un progetto che rischia di rompere le uova nel paniere rossonero. In mezzo ai due progetti la pressione mediatica che si fa ogni giorno più incalzante e la posizione di una buona porzione di residenti, che attraverso comitati e petizioni, minacciano di fare le barricate, qualora la scelta cadesse sull’impianto rossonero, giudicato troppo invasivo per il quartiere.

Nei giorni scorsi i rumors sembravano far pendere la bilancia a favore dell’impresa bergamasca e del suo progetto denominato «Milano Alta», tanto che il Milan avrebbe considerato l’ipotesi di un «piano B», con l’area Expo in pole position. Venerdì però, al raduno della squadra rossonera, il presidente Silvio Berlusconi ha rilanciato, sostenendo di non avere dubbi sul fatto che «la proposta del Milan possa essere accettata» e ribadendo che la società intende adeguarsi alla strategia perseguita da altri club, nazionali ed esteri, sullo stadio di proprietà, «concepito non solo come campo di gioco, ma come centro multiservizi, con negozi e ristoranti».

Nonostante l’ottimismo ostentato dal numero uno rossonero, il verdetto è comunque tutt’altro che scontato e difatti lo testimonia l’ennesimo rinvio: il progetto portato avanti dalla Vitali in tandem con Stam infatti, costa meno, ha tempi di realizzazione più rapidi e certi e non prevede bonifiche (altro possibile ostacolo per l’impianto milanista): inoltre da Cisano hanno già garantito non solo la copertura finanziaria completa, ma anche di avere già accordi con molte delle aziende che gestiranno gli spazi futuri.

Positivi nel frattempo, i numeri del bilancio Vitali che ha già ordini acquisiti per oltre 110 milioni di euro, con un valore della produzione 2014 di oltre 70 milioni, in aumento del 21%. Il 2014 si è poi chiuso con un utile di 1,5 milioni, con una crescita del 40% rispetto all’esercizio precedente, mentre il margine operativo lordo è stato di 5,9 milioni, in linea con quello dello scorso anno.

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