Gaffe di Misiani: «il 5x1000 nel decreto salva-banche, anzi no»

Il cinque per mille è tra le fonti di copertura del decreto salva-banche. Anzi no, il cinque per mille è esplicitamente escluso. Gaffe del parlamentare Antonio Misiani, deputato del Pd che dopo essersi lanciato con una severa critica contro il Governo Berlusconi, poco dopo fa marcia indietro prendendosela con la «sintassi piuttosto involuta del decreto-legge» che lo avrebbe indotto all’errore.Nel primo comunicato Misiani aveva tuonato: «Nel decreto salva-banche del Governo le risorse destinate al finanziamento del cinque per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche sono indicate tra le fonti di copertura finanziaria delle operazioni previste dal decreto».«Lo scopo del decreto - tutelare i risparmiatori e la stabilità del sistema creditizio - è assolutamente condivisibile, ma non si capisce perché il Governo abbia indicato il cinque per mille tra le coperture. Le risorse del cinque per mille derivano da una libera e volontaria decisione dei contribuenti: è uno dei pochi spazi di sussidiarietà fiscale presenti nell’ordinamento, e va tutelato e valorizzato. Sarebbe grave se, dopo il vero e proprio saccheggio dell’otto per mille statale (utilizzato per coprire l’abolizione dell’ICI prima casa), anche il cinque per mille, nato per aiutare il volontariato, l’associazionismo e la ricerca, venisse sacrificato per altri scopi».Insomma una vera e propria reprimenda, che si concludeva con l’invito «a fare fronte comune tra maggioranza e opposizione: l’indicazione del cinque per mille tra le fonti di copertura del decreto-legge 155 va cancellata».Poco dopo è arrivata l’errata corrige: «La sintassi (piuttosto involuta) del decreto-legge 155/2008 ci ha portato (peraltro in buona compagnia: i parlamentari Bobba e Della Seta, l’associazione Auser, la trasmissione Ballarò, ecc.) ad interpretare l’indicazione relativa al cinque per mille in modo esattamente opposto a quanto deriva dal testo letterale della norma. Il cinque per mille è esplicitamente escluso tra le fonti di copertura del decreto: una scelta opportuna e apprezzabile da parte del Governo, che volentieri riconosciamo». (15/10/2008)

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