Gargano: «Rubare voti a Gori?»
No, ma c’è bisogno di sinistra»

Non chiamatelo l’anti-Gori, perché storce il naso. «Noi in campo per rubargli i voti? Glieli ruberemmo se fossero suoi...», ribatte secco. Rocco Gargano si candida a sindaco piuttosto perché «in questa città c’è bisogno di sinistra».

Non chiamatelo l’anti-Gori, perché storce il naso. «Noi in campo per rubargli i voti? Glieli ruberemmo se fossero suoi...», ribatte secco. Rocco Gargano si candida a sindaco piuttosto perché «in questa città c’è bisogno di sinistra».

E stavolta assicura che arriverà fino in fondo, non come alle primarie del centrosinistra quando si è ritirato all’ultimo minuto: «Qui non c’è nessun regolamento che preveda il divieto di “critiche che possano ledere l’immagine dei partiti”», precisa. Lasciando intendere che se in campagna elettorale ci saranno scintille di certo saranno le sue.

Del resto l’avvocato, 42 anni, esponente di Micromega Bergamo è abituato a picchiare duro, almeno con le parole. Una su tutte, ricordiamo la recente crociata sul parcheggio del nuovo ospedale. Ma meritano menzione anche altri due cavalli di battaglia storici, come il parcheggio dell’ex parco faunistico in Città Alta e la Guardia di finanza. Temi che, per dissenso, in Consiglio comunale, segnarono il suo passaggio dai banchi degli allora Ds a indipendente nel gruppo di Rifondazione.

E da indipendente si presta a correre ora, con l’appoggio esterno di Rifondazione, il sostegno di esponenti di diverse associazioni e ovviamente di Micromega Bergamo. Il nome della lista resta top secret - verrà presentata ufficialmente nei prossimi giorni - così come quelli della squadra. Di sicuro un ruolo fondamentale nel comitato elettorale lo ricoprirà Roberto Trussardi - altro esponente di spicco della scuola di Paolo Flores d’Arcais e braccio destro di Gargano sui temi caldi della città -, che però pare non si candiderà per un ritorno nell’aula di Palafrizzoni.

Obiettivo dell’outsider Gargano non è solo scompaginare le carte, ma farsi valere sul campo. «C’è un’ampia fetta di elettorato che non si riconosce e non vota il centrodestra, ma che ancor meno si riconosce in Giorgio Gori: una persona poco di centrosinistra, collaboratore di Berlusconi fino all’altroieri e fino all’altroieri estraneo alla città. Gori non piace a molti e molti dicono “piuttosto voto Tentorio”. Noi ci presentiamo per fare il meglio possibile. Vedremo quanti voti prenderemo e se saranno sufficienti per fare ciò che proponiamo. I voti si conquistano, non si rubano».

I gruppi di lavoro sono già concentrati sul programma, che ha i suoi cardini in ambientalismo, integrazione e mobilità sostenibile. «Tre titoli - precisa Gargano - che riempiremo di contenuti e interpreteremo secondo il punto di vista di una sinistra che si batte per i diritti e per l’ambiente, e soprattutto di persone che mantengono fede a quello che dicono». La frecciata è indirizzata, manco a dirlo, al Pd, con cui Gargano è ai ferri corti ormai da tempo (degni di nota i suoi strali contro Maurizio Martina). «Il Pd - attacca - dà l’impressione di essere un partito buono per tutte le stagioni, sono talmente duttili che si adattano a tutto e al contrario di tutto. Come fidarsi ancora?».

Benedetta Ravizza

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