Ghisalberti: «Contro lo spopolamento
si agisca su accessibilità, commercio e casa»

«Sono molteplici i problemi da affrontare e risolvere per far si Città Alta inverta questa rotta, che ha profondamente modificato il tessuto sociale e che rischia di svuotarla di abitanti e di ridurla a mera attrazione turistica».

«Sono molteplici i problemi da affrontare e risolvere per far si Città Alta inverta questa rotta, che ha profondamente modificato il tessuto sociale e che rischia di svuotarla di abitanti e di ridurla a mera attrazione turistica».

Nadia Ghisalberti, capogruppo della Lista Bruni - Patto Civico e candidato alle primarie del centrosinistra, mette in ordine di proprità gli interventi a suo parere indispensabili per garantire un futuro ’popoloso’ a Città Alta. «Attrarre giovani coppie e famiglie e trattenere gli abitanti storici sono obiettivi impegnativi che richiedono una visione complessiva dei problemi».

«In primis occorre dare risposta al tema dell’ accesso e del movimento - spiega Ghisalberti - : fuori le auto garantendo il movimento delle persone e il rifornimento alle attività commerciali in modo rispettoso e non invasivo. In attesa di una ipotetica risalita, occorre garantire l’accessibilità intensificando il servizio di trasporto pubblico, non a pioggia ma individuando giorni e fasce orarie all’interno delle singole giornate in cui davvero ve ne sia richiesta. Non pensiamo solo al weekend - prosegue Ghisalberti - perchè non è solo il turista che deve raggiungere Città Alta, ma anche il residente, nella sua quotidianità».

«L’accesso alla casa per le fasce deboli - aggiunge il candidato alle primarie - è praticamente impossibile, mentre andrebbero messi a punto con urgenza nuovi progetti a riguardo. A proposito, nel progetto di recupero del Carmine sono scomparsi gli appartamenti per le coppie giovani...questo non pare essere un segnale di grande sensibilità verso il tema».

Non solo: «Il Comune - aggiunge Ghisalberti - da parte sua, potrebbe mettere in atto politiche di indirizzo al fine di salvaguardare il commercio di vicinato: ad esempio è forte la necessità di un minimarket, che garantisca l’approvvigionamento di alcuni generi di prima necessità, non solo alimentari. L’unico esistente ha chiuso i battenti tanti anni fa. Fatto salvo che il mercato ha le sue dimaniche di domanda e offerta, è necessario capire dove è il caso di intervenire con azioni mirate che sostengano certe attività, la cui sopravvivenza influenza in maniera importante la vita sociale di un quartiere».

E’ necessario un nuovo metodo per affrontare i problemi invitando ad un un tavolo di indirizzo i diversi attori sociali, associazioni, parrocchia, commercianti e finanche le proprietà immobiliari perchè dialoghino sulle loro rispettive esigenze. Toccherà poi all’amministrazione individuare la via per perseguire il bene comune. Ad oggi la giunta Tentorio si è limitata a dare una delega per Città Alta ad un consigliere comunale che mai ha dato conto dei suoi obiettivi e del suo lavoro. E, di fronte al rischio di chiusura dei negozi di vicinato come la storica e amata latteria Locatelli - forse l’ultima rimasta della città -, le parole dell’assessore che elogia il regolamento al commercio emanato dal Comune «per salvaguardare il ruolo e le peculiarità dei centri storici” suonano vuote e prive di reale concretezza».

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