Giù il sipario, il Palatenda fa troppo rumore

Ancora non ha aperto il sipario che già rischia di vederselo tenere chiuso. A meno che il classico «escamotage» burocratico all’italiana non riesca a rimettere le cose a posto, magari con una bella variante al Piano regolatore. Il fatto è che il Palatenda - la nuovissima tensostruttura di cinquemila metri quadrati realizzata dietro l’ex Onp di Borgo Palazzo per ospitare spettacoli e concerti - non sarebbe in grado di garantire un corretto isolamento acustico. O almeno quello attualmente previsto dal Piano di zonizzazione acustica del Comune che colloca il sostituto del teatro Donizetti in classe 2, in piena zona residenziale.

In poche parole, i suoni prodotti all’interno del "tendone" (95 decibel) verrebbero percepiti anche nelle zone adiacenti e in quelle limitrofe, guastando quella quiete che oggi invece è (o dovrebbe essere) garantita dalle norme comunali.

Ma c’è di più, e cioè che proprio in base alle suddette norme, quella «fetta» di Bergamo su cui sorge la tensostruttura «non può avere al suo interno un insediamento» come il Palatenda, «sia per la sua tipologia, sia in relazione al traffico veicolare» che è in grado di indurre. Parola del Dipartimento di Bergamo dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che già nel dicembre scorso ha espresso il proprio parere sull’argomento, inviando una relazione a Palazzo Frizzoni. Nel documento si contesta il materiale di previsione di impatto acustico presentato all’Arpa dal Comune (frutto peraltro di un lavoro esterno agli uffici di piazza Matteotti), materiale che «non permette di effettuare una corretta valutazione dell’impatto acustico che sarà determinato dalla nuova struttura nella localizzazione proposta; contrasta con le norme regionali vigenti sui criteri e le modalità per la zonizzazione acustica del territorio; risulta altresì non conforme a quanto stabilito dalla Regione Lombardia» per le modalità e i criteri di redazione della documentazione necessaria in questi casi.

L’Arpa faceva tra l’altro notare che se l’isolamento acustico previsto per il Palatenda garantisce un abbattimento del rumore pari a 20-25 decibel, i restanti 75-70 decibel vanno ben oltre i 40 che andrebbero garantiti alla zona confinante - quella con la Casa di riposo di via Gleno, tanto per intenderci - classificata come classe 1, la più tutelata dall’inquinamento acustico. Le valutazioni - ammoniva l’Arpa - devono tener conto anche della rumorosità derivante dagli impianti di servizio alla struttura, nonché di quella determinata dagli spettatori. Per non parlare dell’impatto acustico determinato dall’aumento del traffico nelle vie circostanti alla tensostruttura, un fronte su cui l’Agenzia ha chiesto verifiche dettagliate, suggerendo metodi più specifici di quelli fin qui adottati.

Il problema non è certo di poco conto, perché senza il parere favorevole dell’Arpa, il Palatenda rischia di non ottenere il certificato di agibilità, e, dunque, di non aprire i battenti per l’inaugurazione prevista il prossimo aprile. Per aggirarlo, Palazzo Frizzoni sta pensando di presentare una variante al Piano di zonizzazione acustica, approvato nel 2001 come allegato al Piano regolatore. Ma anche la strada della variante non sembra in discesa: la legge regionale, infatti, vieta di prevedere il contatto diretto di aree i cui valori limite si discostino di più dieci decibel (in aree già urbanizzate): oggi tra la classe 1 e la classe 2 sembra ce ne siano una trentina in più.

(03/03/2004)

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