Gli avvocati: intercettazioni ok
Ma attenzione a non abusarne

I dati sulle intercettazioni telefoniche che fanno della Procura di Bergamo la più «attiva» nel distretto di competenza della Corte d’Appello di Brescia (in un anno 1.337 utenze intercettate, a Brescia sono 378) lasciano «allibito» l’avvocato Ettore Tacchini.

I dati sulle intercettazioni telefoniche che fanno della Procura di Bergamo la più «attiva» nel distretto di competenza della Corte d’Appello di Brescia (in un anno 1.337 utenze intercettate, a Brescia sono 378) lasciano «allibito» l’avvocato Ettore Tacchini, del Consiglio nazionale forense.

Che, tra l’ironico e il serio, ammette: «Mi spaventano, al telefono spesso si utilizzano linguaggi di genere, criptici, che possono essere male interpretati». E pur rilevando che quello delle intercettazioni è un «sistema che ha dato dei risultati», sul legame tra cliente e avvocato non ammette indugi.

«È un sistema malevolo quello che intercetta le conversazioni tra avvocato e cliente, perché presume che il legale sia scorretto, invece noi abbiamo un codice deontologico che rispettiamo». Inoltre, «non si deve ignorare che esiste un diritto alla difesa per cui se ci fossero queste intercettazioni non dovrebbero avere alcun rilievo, le indagini devono essere fatte senza violare i rapporti di fiducia tra avvocato e assistito».

Il presidente dell’Ordine degli avvocati Ermanno Baldassare ha ricordato che, quando si parla di intercettazioni, «gli avvocati non possono intervenire nei processi decisionali della Procura». Come privato cittadino, si augura «che siano sempre disposte perché c’è una necessità di indagine» e, se riguardassero conversazioni con i propri legali, «che non siano lesivi del diritto alla difesa, sotto il profilo tecnico e giuridico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA