Greggi anti-incendio in azione nei parchi lombardi

Le greggi anti-incendio vogliono entrare anche nei parchi. Via piante e foglie essiccate, cortecce e persino arbusti spinosi che, come si sa, sono terreno fertile per gli incendi boschivi e per il rischio slavine. Le pecore spazzine, già da tempo attive in valle Seriana, aspirano ora a fare il loro ingresso nei parchi lombardi, di cui si chiede la revisione dei regolamenti di pascolo. A volere il cambiamento sono i soci dell’associazione Pastori vaganti dell’arco alpino, in assemblea sabato sera alla Casa del Giovane.

L’associazione Pastori vaganti e l’associazione Produttori formaggi d’alpeggio, sono nate entrambe nel 2003 in seno all’associazione per la valorizzazione degli alpeggi. Presidente dei sodalizi è Alessandro Avogadri, malgaro di nascita e allevatore di bovini della montagna lombarda da anni: «L’utilizzazione appropriata dei greggi anti-incendio ha permesso la conservazione di vasti territori - spiega Avogadri -. Senza il pascolo nei parchi regionali sono più frequenti gli incendi dolosi».

Gran parte di questo mondo ruota intorno agli alpeggi che in questi anni sono stati oggetto di iniziative anche di amministrazioni pubbliche per la loro valorizzazione. I malgari-imprenditori del nostro tempo, però, remano faticosamente contro le regole di un’economia che favorisce le grandi produzioni. In Bergamasca si assiste a una progressiva ristrutturazione di molti alpeggi di proprietà pubblica (Comuni e Comunità montane). È in corso anche una sperimentazione in un alpeggio ad Ardesio, di proprietà della Provincia di Bergamo: «La struttura ha uno scopo di studio delle modalità di pascolo e delle corrette pratiche agronomiche da applicare in alpeggio - spiega l’assessore provinciale all’Agricoltura, caccia e pesca Luigi Pisoni -. La persistente presenza di un numero elevato di pastori sulle nostre montagne è legata anche alle grandi potenzialità della razza pecora bergamasca, conosciuta nelle fiere di settore di tutta Europa».

Si pensi che in Lombardia sono presenti 669 alpeggi (prevalentemente di proprietà dei Comuni) con 871 malghe, situati soprattutto nelle province di Sondrio, Brescia e Bergamo, con una superficie di 225.770 ettari, di cui circa 85.000 a pascolo. La consistenza del bestiame, conferito da 3.500 aziende, è di 45.297 unità, di cui 37.229 bovini. Le persone che lavorano in alpeggio sono risultate 1.820, in prevalenza maschi (80%). La produzione di formaggio è di circa 10.500 quintali. In Bergamasca, nel dettaglio, si stimano oltre 200 alpeggi per un migliaio di aziende e altrettanti addetti; una produzione di formaggio di circa 3 mila quintali (fonte Regione Lombardia). (23/02/2004)

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