I nomi più diffusi a Bergamo?
Vincono Francesco e Giulia

Niente Dylan. Nessuna Jessica. Nemmeno l’ombra di un Nathan Falco. Per gli amanti dei nomi esotici il 2013 è stato un anno da dimenticare. All’anagrafe comunale trionfa il classico: in pole position Francesco e Giulia.

Niente Dylan. Nessuna Jessica. Nemmeno l’ombra di un Nathan Falco. Per gli amanti dei nomi esotici il 2013 è stato un anno da dimenticare.

All’anagrafe comunale trionfa il classico. Una tendenza ormai consolidata che ha trovato però un’ulteriore spinta nell’elezione di Papa Bergoglio. Nella top ten dei nomi più gettonati, assieme a Leonardo, figura infatti Francesco: sedici nuovi nati, altrettanti bimbi con lo stesso nome scelto dal pontefice dopo la sua elezione a marzo dello scorso anno. Una popolarità che va a braccetto con la tradizione: nel XX secolo il santo di Assisi ha ispirato una bella fetta di italiani finendo al quarto posto nelle loro preferenze e balzando addirittura al primo all’inizio del nuovo millennio.

Tornando in ambito locale, la classifica del 2013 trova un’ulteriore conferma nella scelta fatta da altri quattordici genitori che hanno chiamato i loro bambini Alessandro, eloquente tributo al patrono cittadino. Tra le femminucce il primato spetta, invece, a Giulia (quattordici neonate) seguita da Sofia (nove bimbe), Sara (otto) e Anna che si piazza, a pari merito con Chiara, al quarto posto con sette preferenze.

Gli altri maschi? Anch’essi nel solco della tradizione: Giorgio e Davide, entrambi scelti per undici neonati, quindi Filippo, Federico, Lorenzo e Gabriele che si aggiudicano il terzo posto nella speciale classifica con dieci preferenze ciascuno. Il resto è un mix di Matteo, Tommaso, Giacomo, Sara, Pietro, Emma e Marta che si inseriscono perfettamente in questo ritorno al classico.

Il primo nome di origine straniera è Mouhamed, sul quale hanno puntato tre coppie di genitori, seguito da altrettanti Rayan che in arabo significa «brillante», «intelligente», e da un altro tris di Gabriel che, almeno stando alla sonorità, ci porta direttamente nel mondo ispanico.

Le scelte eccentriche? Poche, dicevamo. Scorrendo l’elenco balzano all’occhio un’Allisia, una Giorgia Hope e un Bismarck Isaac. Ma si sa, ogni nome ha una sua spiegazione e una sua storia. Salvo pentimenti. Secondo un sondaggio realizzato qualche tempo fa negli Stati Uniti circa l’8% dei genitori si pentirebbe infatti di aver scelto un nome troppo comune o troppo originale e il rimorso nascerebbe quasi sempre dai commenti negativi degli altri. «I genitori – spiega la scrittrice Pamela Redmond Satran, creatrice del sito nameberry specializzato nel cosiddetto naming – non si rendono conto di quanto rapidamente cambino le tendenze relative ai nomi dei bambini e quindi quello che inizialmente poteva sembrare originale può diventare col tempo comunissimo. Quando le mamme arrivano dal pediatra o vanno al parco e si rendono conto di quanti bambini abbiano lo stesso nome del loro, si fanno prendere dal rimorso». Problemi più a stelle e strisce che nostrani. Da noi, almeno stando alle statistiche, sembrerebbe tutto più semplice. Francesco, docet.

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