I pidocchi hanno invaso le scuole Come proteggersi e distruggerli

I pidocchi sono i protagonisti di una sorta di maxiepidemia che dall’inizio dell’autunno ha invaso molte scuole della provincia, in particolare materne ed elementari. Non c’è una ragione particolare ma la pediculosi, termine tecnico per indicare i pidocchi della testa, ha trovato un terreno particolarmente fertile per svilupparsi in tutta la Bergamasca.

È importante sottolineare che la pediculosi del capo non è automaticamente segno di mancanza di igiene. Di solito ci si accorge che il bambino li ha presi perché si gratta la testa con insistenza, anche se a volte il prurito può anche non esserci. Possono esserci soltanto le uova (le lendini) che, se vitali, si trovano a non più di 5-10 millimetri dalla radice del capello e appaiono come minuscoli «gusci» bianchi o grigiastri attaccati tanto fortemente ai capelli che diventa difficile toglierli. I punti in cui più facilmente si annidano pidocchi e lendini sono la nuca, le tempie e dietro le orecchie.

Il contagio avviene con il semplice contatto della testa con i capelli di chi ha i pidocchi oppure attraverso pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e biancheria del letto. Per questo la diffusione in famiglia e a scuola è molto frequente. Per distruggerli è necessario utilizzare un prodotto efficace sia sui pidocchi sia sulle uova. Il prodotto più efficace è a base di permetrina all’1%. Quelli di ultima generazione sono in crema e generalmente in grado di risolvere il problema in un’unica soluzione, anche se, a volte, è consigliabile ripetere il trattamento a distanza di 7-10 giorni. Comunque dopo aver trattato i capelli con un prodotto specifico, risciacquarli con aceto (100 grammi in un litro di acqua calda), ispezionare nuovamente il capo e staccare manualmente (o con l’aiuto di un pettine a denti fitti) eventuali lendini rimaste.

(13/11/2004)

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