Ici, la Diocesi è pronta alle novità
«Scuola e oratori sono per la gente»

Arriva l'Ici sui beni della Chiesa. E la notizia in diocesi a Bergamo è accolta con molta serenità. Nessuno intende sottrarsi alle leggi dello Stato, conferma monsignor Lucio Carminati, economo della diocesi. Anche perché già ad oggi la sola Chiesa di Bergamo paga allo Stato oltre due milioni di euro di Ici.

Arriva l'Ici sui beni della Chiesa. E la notizia in diocesi a Bergamo è accolta con molta serenità. Nessuno intende sottrarsi alle leggi dello Stato, conferma monsignor Lucio Carminati, economo della diocesi. Anche perché già ad oggi la sola Chiesa di Bergamo paga allo Stato oltre due milioni di euro di Ici. E con la nuova tassa sulla casa introdotta dal federalismo fiscale, l'Imu, il gettito si stima possa arrivare a circa tre milioni di euro su un patrimonio di beni al servizio prima di tutto della gente.

«Quando si parla di Chiesa – dice monsignor Carminati – si pensa al Papa, ai vescovi, ai preti. Ma in realtà la Chiesa è fatta prima di tutto delle comunità cristiane, che per le nostre realtà, coincidono con interi paesi. Far pagare l'Ici a una scuola materna parrocchiale in fin dei conti significa incidere ancora su un servizio per le famiglie, per la gente. Servizi che, diciamolo, non fanno utili, anzi, spesso, sono in perdita perchè le parrocchie non riescono a pagare gli ammortamenti sugli investimenti fatti per costruirli grazie alla solidarietà delle comunità».

Ma la Chiesa di Bergamo, a oggi, paga l'Ici?
«Direi proprio di sì: in tutto oltre due milioni di euro. Versiamo ogni anno 350 mila euro per gli enti di proprietà diocesana. Poi paghiamo in media 650 mila euro per i beni dell'Istituto diocesano di sostentamento del clero che raccoglie terreni e appartamenti che servono per sostenere il clero diocesano. E infine paghiamo almeno un milione e 200 mila euro per i beni parrocchiali in affitto a terzi. Con l'introduzione dell'Imu abbiamo calcolato un aumento del gettito di 500 mila euro per gli enti di proprietà diocesana e di un milione e 100 mila euro per l'Istituto di sostentamento del clero. Non sto poi calcolando l'Ici sugli enti religiosi perché non ne sono a conoscenza».

Insomma se c'è da pagare si pagherà?
«Certo. La Chiesa ha sempre fatto tutto quello che poteva fare in termini di compiti educativi e caritativi al di là dei riconoscimenti pubblici. Cercheremo di continuare a farli per quanto nelle nostre possibilità anche economiche. Per il resto ancora una volta sarà la generosità della gente a fare il resto».

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