Il cantiere della Carrara
Un incubo lungo 6 anni (e più)

Sei anni, 4 mesi e 20 giorni. L’Accademia Carrara è chiusa dal 3 giugno 2008 e non riaprirà prima dell’Expo.O meglio, riaprirà per l’Esposizione universale milanese del prossimo anno, che prenderà il via il 1° maggio.

Per la cronaca, la convenzione con il Credito Bergamasco, finanziatore dell’allestimento delle sale, prevedeva la riapertura entro il 31 marzo 2015, ma a questo punto l’importante è davvero finire, come cantava Mina. I lavori, nella fattispecie. Martedì 3 giugno 2008, l’ultimo anno dell’amministrazione di centrosinistra guidata da Roberto Bruni. La Carrara chiude al pubblico: poche settimane dopo apriranno i cantieri, con l’obiettivo di terminare i lavori in 2 anni e mezzo. Fine 2010, già...

«Arrivederci Carrara», recitavano gli striscioni benauguranti messi all’esterno del palazzo: peccato che da quel momento in avanti non me è andata una dritta. Anzi, a volerla dire tutta, i problemi erano pure cominciati prima, quando a fine 2007 le strade della Carrara e del Creberg s’incrociano. L’istituto di Credito intende festeggiare i suoi 120 anni che cadono nel 2011 con una nuova sala ipogea per l’Accademia, un cadeau da 5 milioni di euro.

Passano pochi mesi e ci si rende conto che i lavori cozzano con quelli della sistemazione della Carrara sono incompatibili. Sia dal punto di vista temporale che da quello strutturale. La Fondazione Creberg ripiega allora su una nuova proposta: padiglioni espositivi tra la Gamec e il Parco Suardi. Un progetto dell’architetto Attilio Gobbi, autore anche della sala ipogea rimasta sulla carta.

Sarà il medesimo destino di questa nuova proposta: qualche incertezza di troppo da parte del Comune, la decisa opposizione di parte dei residenti della zona, preoccupati di salvaguardare gli orti di San Tomaso, e il Creberg alza bandiera bianca, salvo decidere di destinare comunque 1 milione e 250 mila euro per l’allestimento della Carrara.

Da lì in avanti è un continuo balletto di date annunciate e poi rinviate, progetti da rivedere, incomprensioni con la direzione lavori e l’impresa sul cantiere. A fine ottobre 2011 il sindaco Franco Tentorio, nel frattempo subentrato a Bruni, annuncia che la riapertura sarà a metà 2013. E i sopralluoghi si susseguono senza sosta, i risultati un po’ meno.

Alla fine, tra tira e molla vari, lievitano pure i costi: dai 5 milioni iniziali ai 6,3 conseguenza delle riserve presentate (e accettate) dall’impresa Salini di Roma. Ma tra adeguamenti, sistemazioni della barchessa e cosucce varie, alla fine si toccheranno i 10 milioni. Senza ancora una data certa per la riapertura, nel frattempo slittata ad un generico 2014. Il solo segno di vita è alla serata di gala organizzata da Kendoo e Kauppa con il sostegno di Fondazione Credito Bergamasco per la visita guidata alla Gamec che invita a «Riscoprire la Carrara, Mantegna, Bellini, Raffaello e Moroni. Restauri e capolavori in dialogo», con annesso pranzo nel salone d’onore dell’Accademia, il 23 maggio scorso.

Nel frattempo a Palazzo Frizzoni è arrivato Giorgio Gori: la sua è la terza Giunta che si deve occupare della Carrara. «Abbiamo perso anche troppo tempo» è la frase che pronuncia al momento del via libera al bando per le opere murarie. Da fine 2010 alla primavera 2015, per la precisione: più che un cantiere, un incubo.

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