Il Comune predica bene ma...
«La Tari non si paga col Bancomat»

Alla faccia della Cashless City. Per pagare la tassa rifiuti il Bancomat è uno sconosciuto. Lo scrive in una nota Federconsumatori Bergamo.

L’associazione dei consumatori racconta una delle tante contraddizioni che rendono complicata la vita ai contribuenti: le «regole» imposte per il pagamento della Tari. Infatti chi avesse da effettuare modifiche sulla Tari a Bergamo deve recarsi fisicamente presso lo sportello di Via Suardi.

Una volta saputa la cifra da pagare - scrive Federconsumatori - cominciano le complicazioni: di pagare direttamente tramite Bancomat nemmeno parlarne. E per pagare in unica rata (anticipata) è indispensabile utilizzare il modello F 24 perché, per coloro i quali scelgono di farsi addebitare la tassa sul conto corrente il ssistema» consente soltanto il pagamento rateale.

Pagare tramite F 24 significa doversi recare obbligatoriamente presso un ufficio postale o presso uno sportello bancario, con un ulteriore spreco di tempo e di carta.

Con il progetto Cashless City, al quale collabora il comune di Bergamo, da un lato si vuole incentivare il cittadino all’uso di sistemi elettronici per effettuare pagamenti di qualsiasi entità, dall’altro si impedisce l’impiego dei medesimi strumenti per pagare una tassa locale.

«Il rischio di non capire dove sia, se ci sia, la coerenza è alto; come è alto il pericolo di non capire quale sia la cosa giusta da fare. Riteniamo - scrive l’associazione - che una spiegazione sia dovuta da parte di chi ci chiede di fare una cosa e poi non ci mette nelle condizioni di farlo. A complicare ulteriormente la comprensione dei messaggi (soprattutto di chi non parla inglese) ci pensa l’utilizzo senza risparmio di termini quali: Cashless City; Smart City; Coworking; Nursery; Rendering; Bike Sharing; City User. Una domanda a chi ci amministra: è proprio impossibile usare la nostra bella lingua per illustrare iniziative anche lodevoli?».

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