Il morto a 11 giorni dalla rapina:
la banda albanese aveva armi

Omicidio preterintenzionale e rapina aggravata. Sono questi i due capi d’accusa formalizzati nei confronti dei due albanesi venticinquenni fermati sabato pomeriggio dai carabinieri di Chiari e Treviglio di rapina in villa: Colpo costato la vita al macellaio Pietro Raccagni.

Omicidio preterintenzionale e rapina aggravata. Sono questi i due capi d’accusa formalizzati nei confronti dei due albanesi venticinquenni fermati sabato pomeriggio dai carabinieri di Chiari e Treviglio con l’accusa di aver partecipato, nella notte tra il 7 e l’8 luglio scorsi a Pontoglio, nel Bresciano, alla rapina in villa costata la vita a Pietro Raccagni, macellaio di 53 anni morto proprio sabato, dopo undici giorni di coma.

In attesa che i carabinieri di Brescia chiariscano i dettagli dell’operazione nel corso di una conferenza stampa lunedì mattina, è emerso che uno dei due albanesi è finito in manette a Jesolo, dove si trovava al mare con dei connazionali risultati estranei ai fatti, mentre il suo connazionale e coetaneo è stato arrestato a Romano di Lombardia.

Entrambi sono residenti a Calcio e farebbero parte di una banda formata in tutto da una decina di albanesi che, a turno tre o quattro per volta, avrebbero messo a segno vari furti e rapine in abitazione, negli ultimi mesi, a cavallo tra le province di Brescia e Bergamo: uno stava in auto a fare il palo, mentre gli altri due o tre agivano. Avevano anche fucili, pare rubati.

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