Il quadro da 700mila €: è giallo
Famiglia rivendica la proprietà

Vi ricordate il quadro del XVII secolo, raffigurante una Sacra Famiglia e valutato circa 70 mila euro, al centro di una diatriba fra un imprenditore e un gallerista. Ora dal pm si è presentato un emissario di una famiglia che sarebbe la proprietaria dell’opera.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato di un quadro del XVII secolo, raffigurante una Sacra Famiglia, della Scuola di Giulio Romano, al centro di una diatriba fra un imprenditore e un gallerista, ma risultante fra i beni ricercati dal Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio artistico, che è stato ritrovato dai militari dell’Arma di Bergamo.

La nuova notizia è che dal pm titolare dell’indagine si è presentato un avvocato, emissario di una famiglia bergamasca, che ha comunicato che sarebbe questa famiglia la legittima proprietaria del quadro.

La vicenda inizia a luglio, quando un imprenditore di 43 anni di Bergamo incarica un gallerista di 69 anni di Bonate Sotto di vendere il quadro in questione valutato circa 700.000 euro. Il gallerista a questo punto ha tentato di vendere l’opera all’estero, senza tuttavia la necessaria autorizzazione da parte della Soprintendenza dei beni storico, artistici e culturali. A questo punto l’imprenditore ha chiesto di tornare in possesso dell’opera. Dopo aver atteso invano, ha denunciato il 69enne per appropriazione indebita.

Successive indagini dei carabinieri hanno portato alla perquisizione di un appartamento di via Lunga a Bergamo dove è stato recuperato il quadro. Il gallerista lo aveva dato in custodia a un 50enne disoccupato. L’imprenditore pensava che la vicenda si fosse ormai conclusa felicemente , ma i militari dell’Arma hanno scrupolosamente setacciato la banca dati del Nucleo tutela patrimonio artistico trovandovi il quadro, segnalato come opera da rintracciare.

L’imprenditore ha affermato di aver acquistato l’opera legalmente, ma la sua posizione è ancora al vaglio dei carabinieri. Il gallerista oltre alla denuncia per appropriazione indebita è stato denunciato anche per il reato di tentata vendita all’estero di opere d’arte senza autorizzazione della Soprintendenza. Ora l’ultimo capitolo dell’intricata storia.

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