In Cattedrale il ricordo dei defunti
«I legami d'amore invocano eternità»

«Ogni legame d'amore invoca eternità. Una interpretazione rozza dice che la religione è nata dalla paura della morte. Invece è una risposta alla paura della morte e del nulla, alla paura della perdita di una persona cara e di un giudizio sulla nostra vita. Pensare alla vita futura riveste di speranza la vita presente». Sono le parole del vescovo Francesco Beschi, mercoledì sera in Cattedrale, durante la concelebrazione eucaristica in suffragio di tutti i defunti della diocesi.

«Siamo riuniti nel giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti – ha esordito il vescovo all'omelia –. La preghiera corale per loro percorre tutte le nostre parrocchie, per ricordare il misterioso e intenso legame tra noi, pellegrini nella storia, e coloro che hanno varcato i confini della morte. Il legame con i defunti è sempre intenso, perché porta in sé l'affetto e la riconoscenza ai nostri cari. Preghiamo per loro, ma anche per i defunti che nessuno prega».

Preghiera per i dimenticati
Monsignor Beschi ha ricordato le parole consolatorie di fronte alla morte. «Dopo un lutto, si dice: la vita continua. Sì, continua soltanto per chi può scambiarsi queste parole. Ma per i morti, la vita continua? Dove sono i nostri morti? Sono domande che si ripetono soprattutto quando i morti sono persone molto giovani. I morti sono in un passato che progressivamente si allontana. L'unico modo per trattenerli è il ricordo, su cui però c'è il limite dell'oblio. I morti abitano il nostro presente, il nostro cuore, i sentimenti che ci hanno unito a loro».

Monsignor Beschi ha posto un'altra domanda: «È possibile che i nostri morti, e un giorno anche noi, abitino in un futuro riempito dalla speranza di eternità?». Come risposta monsignor Beschi ha citato le parole di Papa Benedetto XVI all'udienza generale di ieri mattina: «Tutti, anche inconsciamente, cerchiamo un segnale che dia consolazione e che apra un orizzonte di futuro».

Il vescovo ha ricordato un'altra parola consolatoria nei casi di lutto, soprattutto se colpisce i nostri cari. «Si dice: sarai sempre con noi. Il Vangelo ci riporta invece all'altezza del nostro essere uomini liberi e responsabili: la vita presente, che è breve, avrà riflessi nell'eternità. La prova di tutto sarà l'amore e saremo giudicati dall'Amore, cioè Dio. Questo rapporto ha una prospettiva futura che getta speranza sulla vita presente. Ancora Papa Benedetto XVI ha detto che soltanto chi vede speranza nella morte può vivere una vita a partire da una speranza, che per i cristiani è Gesù Cristo. Preghiamo particolarmente per tutti i defunti, per i nostri cari defunti, ma anche per noi, perché la considerazione della morte dei nostri cari porti a vivere i nostri giorni in una speranza capace di sconfiggere la morte».

Mercoledì pomeriggio, nella chiesa del cimitero civico, il vicario generale monsignor Davide Pelucchi ha presieduto una Messa. «Siamo qui a ricordare le persone che abbiamo amato in vita. La nostra preghiera si allarga a tutti i defunti, anche quelli a noi sconosciuti e a quelli dimenticati. Siamo qui a ricordare tutti i defunti, che sono nelle mani buone di Dio. Il loro esempio ci inviti a vivere con maggiore intensità la nostra fede».

Ricordo di vescovi e missioni
Giovedì pomeriggio alle 15.30, nella chiesa del cimitero civico, don Giambattista Boffi, direttore del Centro missionario diocesano, presiede una Messa in suffragio dei diciassette missionari bergamaschi defunti dal novembre dello scorso anno. Giovedì sera alle 18, in Cattedrale, il vescovo Beschi presiede una Messa in suffragio di tutti i vescovi di Bergamo.

Carmelo Epis

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