Incidenti, buco nero da 270 milioni di euro

Incidenti, buco nero da 270 milioni di euroPesante il bilancio dell’Aci per il 2002. A rischio i neopatentati, utili i corsi di guida sicura

Gli incidenti stradali nella nostra provincia hanno un costo di oltre 270 milioni di euro all’anno. È il dato diffuso dall’Automobile club di Bergamo che definisce un bilancio pesante, dal punto di vista finanziario: un vero e proprio «buco nero» per l’economia bergamasca. L’Aci di Bergamo considera i dati complessivi relativi a tutto il 2002: 114 decessi accertati sulle nostre strade e 4.366 feriti. «Oltre al dramma umano per le famiglie coinvolte – spiega il presidente dell’Automobile club di Bergamo Pietro Polenghi – i soli incidenti mortali sono costati 158 milioni di euro, mentre per i feriti se ne sono andati oltre 113 milioni di euro».

Analizzando i dati, Polenghi commenta: «Non possiamo più accettare questi tragici numeri come una voce di bilancio della nostra esigenza di mobilità e nemmeno possiamo pensare che divieti e multe azzerino completamente le statistiche. Solo uno sforzo di civiltà comune a tutti gli automobilisti, motociclisti, camionisti e agli stessi pedoni può vincere una sfida difficile ma non impossibile: quella di ridurre i numeri di questo bilancio».

A proposito di numeri l’Aci di Bergamo rapporta i dati annuali su base settimanale: nella nostra provincia finiscono in ospedale non meno di 85 persone a causa di sinistri che avvengono sulle strade, mentre ogni settimana perdono la vita mediamente due persone.

Ma quali sono i principali errori di guida che possono causare un incidente stradale? Da una serie di studi condotti dall’Aci sul comportamento di guida dei bergamaschi emerge che quasi la totalità degli automobilisti non sa cosa fare in situazioni critiche, il 90% non conosce bene le conseguenze della scarsa attenzione per la manutenzione della vettura, l’80% adotta una posizione di guida scorretta, il 79% muove erroneamente le mani sul volante, il 70% non sa usare correttamente l’Abs, mentre il 65% non conosce le tecniche di controsterzo.

Un altro dato che può smorzare l’entusiasmo di chi si considera un esperto al volante arriva da uno studio condotto dall’Aci di Bergamo in occasione dei corsi di guida sicura che si sono tenuti lo scorso anno nella nostra provincia.

Questi i risultati della mappatura condotta su un campione di 400 automobilisti che hanno frequentato le lezioni: all’inizio 7 guidatori su 10 avevano dichiarato di saper guidare (molti corsisti erano persone che usano il veicolo per lo svolgimento del loro lavoro, come ad esempio rappresentanti o autisti privati di manager), ma poi in condizioni di improvviso pericolo hanno dimostrato di aver assunto comportamenti errati che, anziché ridurre il rischio, lo aumentano.

E i dati riguardanti i giovani confermano la mancanza di consapevolezza dei propri limiti sulla strada: oltre il 20% di loro si dichiara senza punti deboli, il 48% individua nella distrazione occasionale un proprio difetto, mentre solo il 30% accusa un’incapacità di reagire agli imprevisti. Cosa si può fare dunque per cercare di ridurre questo sconfortante scenario? «Sul fronte della sicurezza stradale e della formazione degli automobilisti in particolare – sostiene Pietro Polenghi – non bisogna abbassare la guardia. Come Aci stiamo moltiplicando gli sforzi per diffondere i corsi di guida sicura tra i neo patentati e gli automobilisti professionisti, ma anche nelle scuole di ogni ordine e grado i nostri corsi contano ogni anno nella nostra provincia migliaia di partecipanti». Una svolta in questo senso può venire quest’anno con il 7 aprile, data che l’Automobile club italiano vuole lanciare come la Giornata bianca degli incidenti stradali».

(25/01/2004)

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