«Io, pensionato in fuga dalla crisi»
Povero in Italia, benestante in Bulgaria

Dall’inviato

Emanuele Roncalli

SOFIA - A rischio povertà in Italia, benestante in Bulgaria. E’ il classico pensionato in fuga per la vita, che non cerca i Tropici, ma un rifugio dove invecchiare con serenità. Lo abbiamo scovato in un bar di Sofia.

Dall’inviato

Emanuele Roncalli

SOFIA- A rischio povertà in Italia, benestante in Bulgaria. E’ il classico pensionato in fuga per la vita, che non cerca i Tropici, ma un rifugio dove invecchiare con serenità. Lo abbiamo scovato in un bar di Sofia. Franco Tenca ha 65 anni, lecchese di Abbadia Lariana, si sente bergamasco visto che 40 anni li ha trascorsi sui camion della Marioboselli Jersey di Sant’Omobono Imagna.

«Ho girato tutta la vostra provincia, soprattutto la zona dell’Isola – dice -. Nel 2007 sono andato in pensione mi sono ritrovato con 1000 euro al mese. Visti i costi in Italia ho dovuto prendere una decisione”. “Ma le sembra giusto – s’inalbera – che un Paese metta col sedere per terra chi come me ha lavorato duro per una vita e lo riduca a un poveraccio che rischia di finire in strada?»

Tenca ha conosciuto in chat una donna bulgara, si è fatto spiegare un po’ di cose e ha preso il volo per Sofia. Solo andata. Ora ha residenza in Bulgaria, percepisce grazie a una convenzione la pensione lorda italiana, ma paga le tasse a Sofia.

«Qui sono un signore – dice - e con 1000 euro mantengo per almeno due mesi me e la mia compagna Vera che percepisce 70 euro di pensione. Il mio è lo stipendio di un direttore di banca bulgaro».

Nostalgia dell’Italia? Silenzio e poi la risposta:

«Tanta rabbia. Non sono l’unico ad aver fatto questa scelta. Quattro bergamaschi mi hanno contattato di recente per avere informazioni. Sono referente bulgaro del sito www.mollotutto.com e do consigli ([email protected]) a chi vuol venire qui. Due ore di volo e almeno ci si fa un’idea. La Bulgaria mi piace anche perché si respira il clima degli italiani anni Sessanta”.

Lo rifarebbe? “Certo. Ora posso permettermi le vacanze. Ho viaggiato in Turchia, Grecia, Macedonia. Ho poche spese per acqua, luce e gas. Ho una Smart for two. E anche da qua tifo Milan”.

E sul fronte sicurezza?

C’è maggiore delinquenza in Italia. Qui se sgarri entri in cella e sconti la pena”. C’è un problema immigrazione e soprattutto quello dei rom. “Diciamolo con il loro nome. Sono gli zingari. Al mattino si radunano davanti alla basilica ortodossa e a ognuno viene data una scopa di saggina. Vanno in strada e vengono pagati per tenere pulita la città. Se vogliono è così, se rubano non la passano liscia”.

Ma non è solo il pensionato ad avere fatto una scelta radicale.

Renata B. era titolare dal 1980 di un’azienda di grafica e editoria in Veneto. “Appena ho visto l’occasione di apertura di un lavoro a Sofia, mi sono trasferita. Dal 2012 ho tagliato i ponti con l’Italia, lì non ho visto più futuro, qui do lavoro a 7 giovani. Ma lo sa che la Bulgaria è la seconda in Europa e quinta nel mondo nella classifica delle destinazioni di outsourcing (esternalizzare attività imprenditoriali Ndr). Prima ci sono India, Indonesia, Estonia e Singapore. La competitività su scala mondiale per quanto riguarda le spese e la disponibilità di mano d’opera qualificata, l’internet a banda larga e la vicinanza ai mercati principali dell’Europa Occidentale sono vantaggi concreti”. “Poi la Bulgaria è tra i leader mondiali relativamente all’internet di qualità ad alta velocità mentre il 73% dei liceali in Bulgaria studiano due lingue straniere. Senza dimenticare il regime fiscale. Oggi la Bulgaria è una delle migliori destinazioni nel mondo per il business e per gli investimenti”.

“Ci sono stereotipi da cambiare – aggiunge -. I bulgari sono un popolo vivo, vogliono andare avanti, c’è chi ha due lauree. E’ rimasto qualcosa del retaggio comunista come il parlar poco di se stessi, non c’è molto interesse al valore estetico, alla bellezza, le case non sono sempre curate. Ma bisogna guardare oltre. Pensiamo ai problemi dell’immigrazione. Si è parlato di un muro per respingere i profughi siriani alla frontiera, ma nessuno l’ha visto. E ricordatevi che la Bulgaria in tempo di guerra è stata l’unica ad opporsi ai tedeschi per salvare gli ebrei”.

E i giovani? Almeno quelli da noi incontrati, non hanno poi tanta voglia di espatriare.

Bojan 23 anni studente-lavoratore alla cassa del teatro cittadino, studia economia e comunicazione di massa. “La fuga dei nostri cervelli è sbagliata – dice -, ma nessuno si può definire un traditore. Il sogno americano si può realizzare in Bulgaria. Non siamo più condizionati dalla tv italiana, ma piuttosto dai social network, da facebook e internet”.

Pavel 34 anni lavora in uno studio di grafica ed editoria: “Molti pensano di andarsene, ma alla fine restano. Vogliamo entrare in Europa, è vero, ma i cambiamenti devono iniziare nel nostro Paese”. Ma c’è anche chi la pensa diversamente. L’eccezione è Teodora, 23 anni, studi e stage a Firenze e Amsterdam vorrebbe vivere a Roma o Napoli. Quando le chiediamo cosa significhi per lei Europa dice: “E’ un concetto che associo a libertà, democrazia, onestà. Non lo associo alla crisi economica”. Utopia di una giovane sognatrice.

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