La basilica orgoglio di Lovere
Rieccola ai fasti del Quattrocento

È proprio una «resurrezione» artistica quella della basilica di Santa Maria in Valvendra, restituita ai loveresi e ai visitatori nel giorno di Pasqua. Sono tutti d’accordo: «La luce è tornata a splendere, la basilica vive un secondo rinascimento».

È proprio una «resurrezione» artistica quella della basilica di Santa Maria in Valvendra, restituita ai loveresi e ai visitatori nel giorno di Pasqua. Quanti ieri e domenica hanno potuto partecipare alle visite guidate, alla Messa solenne di domenica mattina o al concerto della sera, sono tutti d’accordo: «La luce è tornata a splendere, la basilica vive un secondo rinascimento».

Parole di entusiasmo, che sottolineano l’intervento di recupero a cui sono state sottoposte le cappelle laterali, il protiro e i dipinti che abbracciano l’altare maggiore, con una serie di interventi costati complessivamente un milione e 140 mila euro.

«La basilica è rimasta chiusa per più di un anno - spiega Luigino Ruffini, presidente della Fondazione Santa Maria in Valvendra -, ma ora torna a essere uno dei motivi per cui valga la pena fare un giro a Lovere, nell’Alto Sebino e anche in provincia di Bergamo».

Parole che possono sembrare esagerate solo a chi non conosce il gioiello della architettura del ’400 e della pittura barocca o a chi non ha ancora avuto la possibilità di osservarla da vicino, anzi dal di dentro. Perché dopo il consolidamento statico a cui l’edificio venne sottoposto all’inizio degli Anni ’90, da dieci anni i finanziamenti ottenuti dalla fondazione sono andati tutti al restauro artistico di dipinti, cornici, altari e affreschi conservati in basilica. La basilica ora sarà aperta venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, e poi fino al 5 maggio nei festivi, al sabato e la domenica dalle 15 alle 18. L’ingresso è libero.

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