La commemorazione di Rovetta
senza problemi d'ordine pubblico

I giorni precedenti e la vigilia sono stati carichi di tensione e con non pochi vandalismi, ma domenica 27 maggio non c'è stato nessun incidente a Rovetta per la commemorazione al cimitero in suffragio dei 43 militi della legione Tagliamento.

I giorni precedenti e la vigilia sono stati carichi di tensione e con non pochi vandalismi, ma domenica 27 maggio non c'è stato nessun incidente a Rovetta per la commemorazione al cimitero in suffragio dei 43 militi della legione Tagliamento fucilati il 28 aprile 1945.

Fuori dal cimitero, in attesa della commemorazione, si sono radunate circa 300-400 persone, tra cui qualche reduce, parenti di reduci provenienti da tutta Italia e soprattutto nostalgici con la testa rasata e con felpe e gadget inneggianti a quel periodo storico. Nessun problema per le forze dell'ordine (presenti polizia, carabinieri e polizia locale) e nessun contatto tra le diverse fazioni.

È arrivato anche il discusso Giulio Maria Tam, il sacerdote incaricato di presiedere la funzione commemorativa. La prima parte della commemorazione all'esterno del cimitero, sul lato destro, dietro un muro dove furono fucilati i 43 fascisti. Don Tam ha scandito tutti i nomi dei 43 militi uccisi avendo sempre come risposta «Presente» con il saluto romano dalle persone intervenute. E ha concluso con un «Camerati della Repubblica sociale italiana presenti, anche Benito Mussolini» con la stessa risposta dei nostalgici. Sono state deposte una corona d'alloro e 43 rose rosse.

All'interno del cimitero, don Tam, padre lefebvriano, ha recitato la funzione commemorativa in latino e nella sua omelia ha sottolineato: «L'Italia e l'Europa sono senza padre e senza valori per colpa dell'America e della massoneria. Il fascismo dava fastidio ai poteri finanziari ed è stato combattuto. Oggi la paura deve essere rivolta al fondamentalismo islamico che sarà la causa del terzo conflitto mondiale, ormai imminente».

E ancora: «Quei 43 militi uccisi hanno preferito morire piuttosto che essere ridotti in schiavitù. Il loro messaggio è di restare fascisti nell'idea e nella vita contro la società corrotta di oggi». La commemorazione si è conclusa poco dopo mezzogiorno e l'assembramento si è sciolto senza problemi.

Verso le 9,40 si è invece avviata, anche in questo caso senza nessun incidente, presente un cordone di forze dell'ordine, la marcia partigiana che dalla località Conca Verde di Clusone ha condotto i partecipanti al monte Blum. Organizzatori i Ribelli della Montagna. Circa 250 persone sono salite, tra di loro molti giovani dei centri sociali, mentre non c'erano reduci, anche perché la salita è abbastanza impegnativa. In cima saranno però letti messaggi di diversi di loro. Nessun rappresentante di nessuna Amministrazione e partecipazione scarsa dell'alta Val Seriana.

Presente invece il vicepresidente dell'Anpi, Martino Signori. L'Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) non aveva dato formale adesione all'iniziativa, ma hanno partecipato comunque 8 sezioni dell'Associazione (tra cui una di Sarzana, Liguria). La cima del monte Blum è stata raggiunta verso le 11 e i partecipanti hanno subito esposto sul prato una grande scritta «Resistenza» con l'intento di renderla visibile anche a chi sta in paese. Atmosfera molto rilassata, tra pranzo al sacco e tintarella.

Abbiamo accennato alla vigilia. Sabato mattina su un muro di via Gregorini a Lovere, di fronte al lungolago era apparsa la scritta «Fascista attento ancora fischia il vento» e sulla passeggiata erano stati attaccati adesivi con scritto «No Tam». Messaggio indirizzato a don Giulio Maria Tam.

Sabato pomeriggio alle 16,30 ritrovo dei reduci della Tagliamento proprio in via Gregorini, di fronte alla scritta per ricordare con una deposizione di fiori i legionari Emilio Le Pera di 22 anni e Francesco De Vecchi 19, uccisi dai partigiani nella notte tra il 7 e l'8 giugno 1945. I giovani soldati, ricoverati all'ospedale di Lovere, vennero prelevati e gettati nel lago.

La scritta e gli adesivi antifascisti sono stati probabilmente la replica agli atti vandalici del 25 aprile al monumento dedicato ai XIII Martiri e alla targa commemorativa di Bortolo Pezzutti. La statua realizzata dall'artista Franca Ghitti e posizionata a Lovere in Piazza XIII Martiri era stata sporcata con vernice rossa, mentre la targa di Pezzutti, consegnato ai tedeschi dalla Tagliamento e trucidato nel campo di concentramento di Bolzano da Michel Seifert, era stata incendiata.

Giovanni Merla
Nicola Tomasoni

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