La condanna della Cgil

La Cgil regionale ha diffuso il seguente comunicato stampa sull’aggressione di Bresciani avvenuta ad Albino, condannando l’episodio.

«Oggi ad Albino, nel corso dei lavori del X Congresso della FIOM-CGIL di Bergamo, si è verificato un episodio di gravità inaudita.

Il programma dei lavori, iniziati ieri, prevedeva per stamattina l’intervento del segretario generale della CGIL provinciale Luigi Bresciani che sedeva alla presidenza. A quel punto dalla prima fila un delegato della Brembo appartenente alla Rete 28 Aprile (aderente alla mozione a firma Giorgio Cremaschi), lo apostrofava con pesanti insulti e l’accusa di aver “venduto” i lavoratori, per poi aggredirlo lanciandogli un uovo sul volto.

Bresciani, rimasto lievemente contuso, dopo essere stato medicato, è tornato alla presidenza e ha preso la parola per svolgere regolarmente il suo intervento. Quando la situazione è tornata alla normalità, dell’autore del gesto, contestato anche da alcuni partecipanti al congresso, non c’era più traccia. In compenso qualcuno assumeva inaccettabili atteggiamenti di pressione verso la stampa, per fortuna rimasti isolati.

Quest’ultimo grave episodio ha purtroppo dei precedenti che hanno alimentato, nel corso delle ultime settimane, un clima di odio e di intolleranza nel dibattito interno, con punte di violenza inaudita, verbale e non solo, completamente estranea alla storia e ai valori della CGIL. E’ intollerabile che si continui ad inquinare il nostro confronto congressuale con sospetti e accuse di “comportamenti antidemocratici” o addirittura di ipotetici brogli.

Nel condannare con forza l’aggressione a Luigi Bresciani e nel confermargli tutta la solidarietà della sua organizzazione, la CGIL nazionale, la CGIL Lombardia e la Camera del Lavoro di Bergamo esprimono la loro più profonda preoccupazione per il crescendo, che rischia di diventare incontrollabile e di offuscare il valore democratico del confronto e del dibattito congressuale in corso, di episodi di vera e propria provocazione che vanno isolati, colpiti, banditi dalla vita della CGIL».

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