La domanda di Valerio Bettoni:
«Quale futuro per l'aeroporto?»

«Dalla svendita dell'aeroporto quale futuro per Bergamo?»: se lo chiede il consigliere regionale Valerio Bettoni che interviene in merito alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Sacbo.

«La montagna degli azionisti della Sacbo, uno dei pochi aeroporti con i conti effettivi in positivo da sempre e grandi risultati economici in continua ascesa - scrive Bettoni -, ha partorito il suo topolino. Se c'erano dei residui dubbi sulla rotta finale del nostro aeroporto, questi sono stati spazzati via. Sono stati nominati il nuovo presidente nella persona dell'industriale Miro Radici e il consigliere delegato dottor Mentasti, di Varese. Nessun pregiudizio personale, però ci chiediamo: ma a Bergamo, terra di università prestigiosa, di aziende leader nel mondo, di manager capaci e ricercati sul mercato, non siamo in grado di individuare ed esprimere anche un consigliere delegato bergamasco doc invece che andare a cercare sul mercato leghista varesotto? Quanto meno quelli che hanno fin qui lavorato avevano i risultati dalla loro parte e nello sport si dice che squadra che vince non si cambia, a meno che ci sia qualcosa di strano che bolle in pentola».

«Delle due l'una - prosegue bettoni - : o ci stiamo dando da soli la patente di incapaci, oppure dietro questa ed altre nomine c'è un disegno di chi governa le istituzioni bergamasche e non. La SEA, guidata da un altro varesotto pure leghista, Giuseppe Bonomi, in buona compagnia, mangerà la Sacbo di Bergamo, bocconcino prelibato, viste le dimensioni riportate dai giornali (nel nuovo assetto, la SEA rappresenta l'85% e la Sacbo il 15%). Il pericolo dietro l'angolo è che si rafforzino Malpensa e Linate a scapito di Bergamo, vedi l'esempio della ASM di Brescia, che era industrialmente molto più forte della consorella milanese ma con Milano che ora comanda. Questo sarà il destino parallelo di Bergamo».

«Particolare non trascurabile - conclude Bettoni - è che all'aeroporto di Bergamo sono transitati l'anno scorso oltre 7,5 milioni di passeggeri e che attorno ad Orio al Serio lavorano direttamente o indirettamente più ventimila persone. Mi permetto una semplice domanda non casuale: Ratti, Ravasio che hanno contribuito in prima persona anche quest'anno al raggiungimento di un invidiato risultato economico e finanziario, perché sono stati fatti fuori? A beneficio di chi? E con quali finalità ultime? Non voglio fare la Cassandra, però di questo passo andiamo spediti verso il declino. Ad ognuno, poi, le sue responsabilità».

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