Primarie, tutto come da pronostico
Sarà Giorgio Gori a sfidare Tentorio

Le primarie non sono come Sanremo. Qui il pronostico (anche se più o meno sofferto) è rispettato. Il democratico Giorgio Gori vince. È il candidato del centrosinistra per Palafrizzoni e sfida Franco Tentorio: «Non ci fa paura».

Le primarie non sono come Sanremo. Qui il pronostico (anche se più o meno sofferto) è rispettato. Il democratico Giorgio Gori vince. È il candidato del centrosinistra per Palafrizzoni e sfida Franco Tentorio: «Non ci fa paura». In comune col festival, però, c’è il calo dell’audience.

Arrivando al dato di domenica 23 febbraio: in 2.765 hanno risposto all’appello. Alle 21 (con una macchina organizzativa ormai super collaudata) il risultato: l’imprenditore del Pd incassa il 58,53% delle preferenze (1.612 schede), vincendo in tutti nove seggi in città. Alle spalle Nadia Ghisalberti del Patto civico con il 27,74% (764) e Luciano Ongaro di Sel fermo al 13,73% (378). La legittimazione di Gori è piena, ma non un trionfo.

Gori abbraccia con enfasi il deputato Elena Carnevali (che gli ha passato il testimone, dopo aver rinunciato alla corsa), stringe la mano al neoministro Maurizio Martina che arriva per l’occasione, ringrazia anche Antonio Misiani. Gesti che parlano di una (almeno apparente) sintonia ritrovata col Pd. «Le fratture sono superate e i nostri elettori hanno votato in modo compatto», conferma Gori. «Da ora si riparte e si lavora tutti insieme - si augura -. Ci aspetta una partita impegnativa, da non sottovalutare, ma ci sono tutte le condizioni per vincere. In giro c’è una gran voglia di cambiamento. È ora di scuotere la città dall’immobilismo».

Ecco l’analisi di Nadia Ghisalberti che lancia un messaggio forte e chiaro agli alleati: «Dalle primarie è uscito un quadro chiaro di coalizione, dove il Patto civico è la seconda forza del centrosinistra. Anzi, il Patto civico esce rafforzato». Il più deluso è sicuramente Luciano Ongaro: «Non sono soddisfatto e per stasera non commento».

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