La sbarra era chiusa per il rischio slavine

La sbarra era chiusa per il rischio slavineLa Provincia: strada non percorribile, in caso di emergenze c’è un servizio reperibilità di 24 ore su 24

La tortuosa strada che porta al passo San Marco non può essere percorsa nei mesi invernali perché è a rischio slavine: per questo sono collocate, a quote diverse, quattro sbarre che bloccano il passaggio dei mezzi. In caso di emergenza è reperibile ventiquattr’ore su ventiquattro un addetto in possesso delle chiavi, contattabile tramite il centralino della Provincia.

Lo fa sapere l’ente di via Tasso dopo che, domenica pomeriggio, proprio a causa di una delle sbarre chiuse erano rimasti bloccati i soccorritori della famiglia di Monza coinvolta nella tragica uscita di strada accaduta attorno alle 15.45 in località Alpe Ancogno, nel comune di Averara. Nell’incidente ha perso la vita il piccolo Aaron Caprotti, di quattro anni, e sono rimasti feriti in modo grave i genitori, Gabriele Caprotti di 37 anni e Roberta Sorgia di 34. Secondo la Provincia la presenza delle sbarre è dunque una scelta obbligata, vista la pericolosità della zona: a differenza del versante valtellinese del passo, infatti, in Val Brembana è costante il rischio slavine. E la tragica conferma della pericolosità di quel tratto di strada anche in periodi con scarse nevicate è rappresentata proprio dal tragico incidente di domenica, avvenuto in condizioni meteorologiche tutto sommato non proibitive.

Per questo motivo - spiegano dalla Provincia - in Valtellina le sbarre di chiusura possono essere facilmente aggirate, come avrebbe fatto il fuoristrada con a bordo la famigliola di Monza che viaggiava verso il versante brembano del passo. In caso di situazioni molto gravi, come l’incidente di domenica, non sarebbe nemmeno necessario aspettare l’arrivo dell’addetto in possesso delle chiavi: vigili del fuoco, protezione civile e volontari del soccorso alpino sono infatti autorizzati - dicono dalla Provincia - a tagliare la catena con una cesoia. Per questi motivi non è necessario che le chiavi siano in possesso di privati. Comunque, già parecchi chilometri prima del passo, su entrambi i versanti, in questo periodo sono presenti numerosi cartelli che segnalano la chiusura del valico orobico.

Intanto stamattina alle 5 il feretro del piccolo Aaron verrà trasportato dal cimitero di Averara, dove è stata allestita la camera ardente, all’abitazione di Monza. Ieri la salma del bimbo è stata vegliata da alcuni parenti: nel pomeriggio, dopo la benedizione del parroco del paese, il feretro è stato chiuso. Nel frattempo migliorano le condizioni dei genitori del piccolo Aaron, che restano comunque gravi: la mamma, ricoverata ai Riuniti di Bergamo, è stata operata. Il papà è invece ricoverato all’ospedale di Sondrio.

(23/11/2004)

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