«Giovanni non è a scuola»
Ma il fratello protesta per lui

Da mercoledì scorso, Antonio Caggioni si presenta alle 8 ai cancelli della scuola media Moro di Brusaporto con un cartello tra le mani. Protesta per la riduzione delle ore di compresenza subite dall'orario scolastico del fratello disabile.

Da mercoledì scorso, Antonio Caggioni si presenta alle 8 ai cancelli della scuola media Moro di Brusaporto con un cartello tra le mani. Protesta per la riduzione delle ore di compresenza subite dall'orario scolastico del fratello disabile, che proprio per questo motivo non sta frequentando 9 delle 30 ore settimanali previste dalla programmazione del primo anno delle medie.

Durante quelle 9 ore «Giovanni non è a scuola», come reca la scritta sul cartello, ma Antonio è lì per lui. «Mio fratello Giovanni è un bambino down. Per seguirlo, la scuola ha messo a disposizione un'insegnante di sostegno per nove ore alla settimana, mentre il Comune garantisce la presenza dell'assistente educatrice che da sempre lo segue per le restanti 21 ore. La mia protesta è dovuta alla mancanza di un qualsiasi progetto di inserimento nel nuovo ambiente scolastico e con la nuova figura che lo seguirà (l'insegnante di sostegno). Per garantire la compresenza tra le due figure che seguono Giovanni, ci siamo visti costretti a ridurre le sue ore di frequenza, almeno per questo primo periodo».

Antonio, laureato in tecniche della riabilitazione psichiatrica, è in prima fila, ma tutta la famiglia è con lui: «Non intendiamo in alcun modo scontrarci con l'amministrazione – sostiene la madre Tiziana Caggioni – chiediamo solo maggiore flessibilità e disponibilità ad elaborare un progetto adatto a mio figlio. Giovanni non parla, ha delle problematiche complesse».

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