Truffa o buona fede? Il Tribunale lo stabilirà il prossimo dicembre, ma la storia che ha portato davanti al Giudice per le udienze preliminari un’arzilla 67enne residente a Bergamo è decisamente curiosa. Nel novembre scorso, infatti, la donna si era presentata in una banca cittadina chiedendo la riscossione di un «Gratta&vinci» di 500 mila euro. Dalle successive verifiche è però emerso che il biglietto era stato «taroccato». Un lavoro certosino, assolutamente ben fatto, tanto che persino il Consorzio delegato a questo genere di attività ha scoperto l’inghippo non perché il biglietto presentava particolari anomalie, ma solo perché il numero di serie non corrispondeva ai numeri della matrice del numero vincente. Denunciata per tentata truffa e falso, la donna non ha potuto presentarsi in aula perché nei giorni scorsi si è infortunata, ma si difende dicendo che il biglietto in questione l’aveva trovato insieme ad alcuni altri in un aiuola del centro di Bergamo e accortasi di quello vincente si era poi presentata in banca per riscuotere la vincita. Il giudice dovrà ora decidere se la donna dice la verità, se invece sia stata lei a «taroccare» i biglietti o se sia stata incaricata «soltanto» di verificare la possibilità di riscuoterli.Per saperne di più leggi L’Eco in edicola l’8 luglio(07/07/2008)
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