«Le parole non bastano» In centinaia al funerale di Barbara

Ci sono i fiori bianchi e c’è un silenzio quasi irreale, di quelli che fanno venire la pelle d’oca perché non capita spesso di averci a che fare, soprattutto quando ti guardi intorno e vedi che le persone sono a centinaia. Il silenzio perché in circostanze di questo tipo «le parole non bastano». Lo dice anche il parroco di Mariano di Dalmine, don Adriano Bravi, quando all’inizio dell’omelia si rivolge ai familiari e ai tanti amici di Barbara Brandolini, la giovane commessa soffocata dall’ex fidanzato e il cui cadavere è stato ritrovato domenica 27 luglio nell’abitazione di lui, al secondo piano di un palazzo in città. Don Adriano la ricorda ancora poco più che bambina, come la maggior parte delle persone che ieri si sono sedute tra i banchi di quella chiesa per portarle l’ultimo saluto: è nella piccola frazione di Mariano che Barbara era cresciuta ed è qui che la famiglia ha scelto di farla riposare. Ci sono la mamma Silvana e il papà Emilio, arrivato dal Venezuela, i fratelli e la nonna Giuseppina che l’ha cresciuta. Ma ci sono anche gli ex compagni di classe del liceo, le amiche delle scuole medie e un fiume di persone che, sconvolte, ancora si chiedono come sia potuto accadere. Il primo a farlo è don Adriano: «L’omelia di oggi non è facile. Non ci sono parole da dire perché il dramma è troppo grande». «Il suo cuore era aperto a chi soffriva - continua il sacerdote -. È qui che sta il suo martirio, qui sta Cristo in croce che risorge. A volte si sarà chiesta se Dio l’aveva abbandonata, ma una cosa è certa: Barbara aveva avvertito la Sua presenza. Oggi a noi resta la consolazione della fede, che deve essere al tempo stesso un impegno alla preghiera». (01/08/2008)

© RIPRODUZIONE RISERVATA