«Muro», ipotesi degli inquirenti:
soldi e/o regali per l'iter tecnico

Finora la bagarre attorno al Muro di via Autostrada si era limitata a critiche, anche feroci, di natura architettonica. Ma ora la questione si fa più delicata: la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di corruzione.

Finora la bagarre attorno al Muro di via Autostrada si era limitata a critiche, anche feroci, di natura architettonica. Ma ora la questione si fa più delicata: la Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato di corruzione.

L'indagine sarebbe in corso da diversi mesi, già dal 2011, e sul fascicolo figurerebbero i nomi di alcuni indagati (almeno due), sui quali vige riserbo. Stando a informazioni trapelate da ambienti investigativi, al centro dell'indagine ci sarebbe la convenzione urbanistica firmata il 5 giugno 2009 fra il Comune di Bergamo (all'epoca targato centrosinistra e guidato dal sindaco Roberto Bruni) e l'Immobiliare Bruman's di Pedrengo, soggetto attuatore del Programma integrato di intervento di via Autostrada.

Gli inquirenti ipotizzano che per giungere a quella firma siano state versate tangenti. La lente di chi indaga è puntata su quelli che allora erano i componenti tecnici dell'assessorato all'Urbanistica, che curarono l'iter del piano fino alla firma della convenzione, e sul soggetto privato.

Per vederci chiaro sull'intera vicenda i carabinieri hanno già convocato e sentito come informate sui fatti almeno una trentina di persone. Ma a novembre del 2011 nel fascicolo del pm è finito anche un esposto, che farebbe riferimento a una presunto versamento da 300 mila euro inerente alla pratica di via Autostrada. Esposto sulla cui attendibilità sono in corso verifiche.

L'indagine è condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Bergamo. Nel mirino c'è l'iter che ha portato alla stipula della convenzione fra Comune e Bruman's Spa per il tanto discusso piano di via Autostrada. L'opera, con i suoi 6 piani fuori terra e un'altezza massima di 24 metri, oscura di fatto lo skyline di Città Alta per chi entra a Bergamo dal casello A4.

L'ipotesi di chi indaga - al momento tutta da dimostrare - è che il traguardo della firma della convenzione sia stato raggiunto dopo il versamento di tangenti a rappresentanti del Comune. La lente degli inquirenti sarebbe puntata in particolare sulla componente tecnica dell'assessorato all'Urbanistica, ovvero i funzionari e i tecnici che all'epoca dei fatti lavoravano in quel settore (oggi la compagine non è più la stessa). Si ipotizzano non solo soldi, ma anche regalìe.

«Ben vengano le indagini, se servono a fare chiarezza su dicerie e pettegolezzi circolati nell'ultimo mese» commenta l'ex sindaco Roberto Bruni, che chiarisce subito però di non essere mai venuto a conoscenza di possibili reati, «altrimenti - dice - avrei fatto il mio dovere: sarei andato a denunciare il fatto alla Procura della Repubblica».

Leggi le tre pagine dedicate all'argomento su L'Eco di martedì 10 luglio

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