L’assassino è il figlio illegittimo di Guerinoni
La moglie al telefono: non è il momento

È il figlio illegittimo dell’autista di Gorno - Giuseppe Guerinoni, morto a 61 anni nel 1999 - la persona fermata con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.

Fonti investigative confermano quel che la scienza aveva accertato due mesi fa: la compatibilità tra il 44enne, il cosiddetto «Ignoto 1», e il padre biologico è infatti del 99,99999987%.

La certezza scientifica che Ignoto 1 sia figlio illegittimo di Guerinoni, la cui salma era stata riesumata nel marzo scorso, è emersa dal confronto del Dna messo nero su bianco nella relazione consegnata alla procura dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo e si basa sul fatto che due profili genetici non possono coincidere in maniera così infinitesimale tranne che nel caso ci si trovi di fronte a un rapporto di parentela stretto come quello tra padre e figlio. I tre figli legittimi di Guerinoni, due maschi e una femmina, erano già stati sottoposti al confronto del Dna, ma con esito negativo. L’unica ipotesi plausibile, appunto, è che Guerinoni abbia avuto un figlio illegittimo.

Già un precedente confronto del Dna aveva confermato la paternità di Guerinoni: la traccia genetica trovata su Yara era stata infatti confrontata dalla polizia scientifica di Roma e dall’università di Tor Vergata con il Dna dell’autista di Gorno, ricavato da un vecchio francobollo sulla patente di guida di Guerinoni. In quel caso la compatibilità era risultata pari al 99,9999927%. Il confronto con il profilo genetico estratto da un femore del bergamasco dall’antropologa forense Cattaneo ha dunque garantito lo 0,00000717% di compatibilità in più.


All’autista di Gorno gli inquirenti erano arrivati attraverso un suo nipote, un giovane che frequentava un locale situato vicino al campo dove venne trovato il corpo di Yara: gli inquirenti avevano deciso di prelevare il Dna a tutti i frequentatori per raffrontarli con l’«Ignoto 1». Ricostruendo il suo albero genealogico si era arrivati a Guerinoni, il cui Dna era ancora più simile a quello di «Ignoto 1». Per un’altra coincidenza la madre del giovane aveva tra l’altro lavorato per un certo periodo di tempo, in passato, come collaboratrice domestica proprio a casa Gambirasio.

Intanto a Mapello cresce il fermento: è qui che abiterebbe il presunto assassino, il muratore 44enne incensurato Massimo Giuseppe Bossetti. «Non è il momento» risponde così al telefono della casa di Mapello una donna, molto probabilmente la moglie dell’uomo.

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