L’Atb: come su un carro bestiame
«Caro Comune, mai preso un bus?»

«Trovo curioso che alcuni amministratori comunali si ostinino a ritenere che Atb sia un fiore all’occhiello di questa città». Lo scrive una nostra lettrice che lunedì mattina si è trovata a fare i conti con «servizio del sabato». La morale? In ritardo al lavoro e viaggio stile carro bestiame.

«Trovo curioso che alcuni amministratori comunali si ostinino a ritenere che Atb sia un fiore all’occhiello di questa città». Lo scrive una nostra lettrice che lunedì mattina si è trovata a fare i conti con «servizio del sabato». La morale? In ritardo al lavoro e viaggio stile carro bestiame.

Ecco la sua lettera

«Spettabile redazione,

sono un’abbonata ATB. Per la seconda volta in una settimana, stamattina sono stata costretta a chiedere un permesso al lavoro a causa del ritardo provocato dai disservizi di ATB.

Oggi è Carnevale. Non lo ricordavo. Ho scoperto a mie spese che, dal momento che non c’è scuola, vengono osservati gli orari del sabato. Il risultato è che solo due corse passano per il mio quartiere dopo le 8: 8.03 e 8.32. Di conseguenza, sono arrivata in ritardo al lavoro.

Trovo curioso che in molti - tra cui alcuni amministratori comunali, equamente ripartiti tra minoranza e maggioranza - si ostinino a ritenere che ATB sia un fiore all’occhiello di questa città. Forse costoro non hanno mai preso l’autobus.

Stamattina, per esempio, ho viaggiato su un carro bestiame. Con me, tutte persone che pagano regolarmente il biglietto, che quindi scelgono di “non giocare sporco”, come recita una delle pubblicità di ATB. Tutti schiacciati come bestie su uno dei pochi bus passati.

Ora, vorrei capire perché ATB, nei giorni in cui non c’è scuola, sceglie di applicare gli orari del sabato. Perché questo “fiore all’occhiello” non pensa ai lavoratori? A quanti, come me, scelgono di non prendere l’auto non solo perché sarebbe più comodo viaggiare coi mezzi (il condizionale è d’obbligo, a questo punto), ma perché hanno anche una coscienza ambientale?

Una scelta davvero curiosa, dal momento che sono i lavoratori, e non i minorenni che vanno a scuola, che hanno la patente e, dunque, scelgono di lasciare l’auto a casa per usare i mezzi. I minorenni non hanno scelta, no? Perché ATB non pensa alle esigenze dei lavoratori?

Così schiacciato sarebbe l’orizzonte di questa “pregevole” azienda? Davvero, un (dis)servizio di questo tipo fa venire voglia a me, che amo muovermi in bicicletta appena posso, di girare in auto, contribuendo ad aumentare il traffico e l’inquinamento in questa città e sottraendo un posto auto nei parcheggi cittadini a chi davvero non può fare a meno di spostarsi in macchina per raggiungere il posto di lavoro o, in generale, per muoversi.

So che questo argomento è trito e lamentarsi di ATB è come sparare sulla Croce Rossa, ma vi sarei grata se pubblicaste questa lettera.

Cordiali saluti».

Una lettrice

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