L’Avis sul caso «West Nile»
«Il sangue di Bergamo è sicuro»

«Non esiste nessuna epidemia e il nostro sangue è sicuro e controllato». Il direttore sanitario dell’Avis di Bergamo, Barbara Giussani, risponde in modo netto alle voci di un presunto allarme relativo al virus West Nile.

Tutto è nato da una dichiarazione di un uomo di origine ternana che, dopo esser stato a Bergamo per lavoro, è tornato a Terni e non ha potuto donare il sangue proprio a causa del virus riscontrato in un volatile nella nostra Regione.

L’uomo, che non era a conoscenza dell’ipotetico pericolo, si è preoccupato dopo le dichiarazioni del medico che gli ha impedito la donazione e ora non potrà effettuare prelievi per 28 giorni dall’ultimo giorno in cui è stato nella nostra città.

«È prassi effettuare questo stop – continua il direttore sanitario – perché 28 sono i giorni di incubazione del virus, che, in caso di sfogo, si manifesta con sintomi che sono simili a quelli influenzali. Questo stop viene effettuato sulle persone che transitano nel nostro territorio, mentre per i nostri donatori bergamaschi c’è l’obbligo di un test per verificare la presenza o meno del virus».

Un caso di virus West Nile è stato verificato, in ambito veterinario, in un volatile a metà agosto e da allora l’Avis ha avviato la serie di precauzioni per garantire la sicurezza di tutte le donazioni. Le verifiche proseguiranno fino a novembre, quando l’insetto che lo trasmette non sarà più presente nella Bergamasca.

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