Le indagini sulla tragedia di Pioltello
Carrelli senza anomalie, ruote deformate

Giornata da cerchiare con la matita rossa, quella di venerdì, nell’ambito delle indagini con le quali la Procura di Milano è chiamata a individuare la catena di responsabilità alla base del disastro ferroviario avvenuto nei pressi della stazione di Pioltello il 25 gennaio scorso.

Sono stati infatti eseguiti i cosiddetti «accertamenti tecnici irripetibili» – e, cioè, alla presenza anche dei consulenti di indagati e persone offese –, sui carrelli e sulle ruote del terzo vagone del treno numero 10452 che, da Cremona, dopo aver fatto tappa a Treviglio, era diretto alla stazione milanese di Porta Garibaldi.

Stiamo parlando del vagone che fu il primo a deragliare. Dopo aver abbattuto tre pali ed essere uscito dall’asse, alla fine colpì anche un quarto palo, quello che, in sostanza, lo fermò definitivamente dopo un urto tremendo. Ed è proprio sul terzo vagone che viaggiavano le tre vittime: il medico di Caravaggio Ida Maddalena Milanesi, 61 anni, l’impiegata Pierangela Tadini, 50 anni, di Misano Gera d’Adda, e Giuseppina Pirri, 39 anni, impiegata di Capralba, nel Cremasco.

Che cosa dicono, semplificando al massimo, i risultati degli accertamenti effettuati all’interno delle officine milanesi di Trenord di via Triboniano? Primo: che i carrelli del vagone erano tutti a posto. Secondo: che lo stesso non può dirsi per le ruote. Una o, forse, più d’una, risulterebbero «deformate».

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