Le parole di Bossetti: «Sono fiducioso»
Salvagni: coltello da sub l’arma del delitto

«Sono fiducioso, anche se so bene che la battaglia sarà lunga. Per questo sono preparato anche a stare in carcere a lungo per dimostrare la mia innocenza, anche se serviranno più gradi di giudizio, in un percorso giudiziario lungo e tortuoso».

Sono le parole che Massimo Bossetti ha detto al suo legale di fiducia, l’avvocato Claudio Salvagni, incontrandolo venerdì pomeriggio 20 febbraio nel carcere di via Gleno a Bergamo. Poco prima, alle 12,55, cinque minuti prima della chiusura degli uffici (e della scadenza dei termini) a causa di un incidente sull’autostrada A4 che l’ha bloccato in colonna per gran parte della mattinata, l’avvocato Salvagni aveva depositato la nuova istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame di Brescia: cinquanta pagine che dimostrerebbero, a suo dire, l’innocenza di Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.

Inoltre sabato, alle 14,30, nel suo studio di Como, lo stesso Salvagni terrà una conferenza stampa nella quale, accanto a tutti i periti della difesa , illustrerà i dettagli del nuovo ricorso. A partire dalla traccia di tessuti dei sedili dell’Iveco Daily di Bossetti che, secondo la procura, sono stati ritrovati sui leggings di Yara.

Intanto, venerdì sera l’avvocato di Bossetti è intervenuto a «Quarto Grado», su Retequattro e ha svelato un particolare: «L'arma del delitto di Yara Gambirasio sarebbe verosimilmente compatibile con un coltello da sub. Una lama particolare, con uno spessore significativo, non un cutter».

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