Le Poste sospendono gli esuberi e tornano ad assumere

La situazione resta di emergenza ma le Poste in Lombardia, dopo il vertice nazionale di martedì conclusosi con una piccola schiarita, «respirano». La trattativa, portata avanti a oltranza dai sindacati presso la Direzione Generale romana, è terminata con un primo risultato: l’accantonamento dei 560 esuberi annunciati da Poste Italiane nel settore sportelli.

Verrà quindi rivista la politica dei tagli e riprenderà la trattativa a livello regionale dopo la brusca interruzione del 16 giugno scorso. Inoltre, per tamponare la situazione drammatica negli uffici postali (solo nella Bergamasca una cinquantina di uffici lavorano a singhiozzo) e permettere ai dipendenti di fare le ferie, sta per essere deciso un pacchetto di nuove assunzioni a tempo determinato. Prudente finora la reazione degli esponenti del sindacato orobico. «Per noi è un primo passo, ma non è ancora sufficiente – spiega Rossana Pepe, segretario di Uil-post –: non è infatti con le assunzioni a tre mesi che si risolve il problema».

Qualche apertura in più la compie il segretario di Slp-Cisl Salvatore Catalano: «È una buona risposta alla nostra lotta dopo lo sciopero del 29 maggio e il blocco degli straordinari, che ora viene a cadere. Bergamo avrebbe bisogno di almeno cento rinforzi in più oltre a quelli già esecutivi (79 a tempo determinato, 39 interinali) per affrontare il servizio estivo in maniera dignitosa. Era comunque importante rivedere il pacchetto degli esuberi, ma ricordiamoci che negli uffici rimangono tonnellate di lettere in giacenza». «Vedremo alla prova dei fatti – dichiara il segretario Slc-Cgil Carmelo Ilardo –, finora mi sembrano solo affermazioni di principio. La nostra vertenza non ha obiettivi economici ma solo di miglioramento della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Le Poste in provincia devono assicurare il recapito a 600 zone, di cui 79 nella città di Bergamo, e garantire l’apertura quotidiana di 255 uffici postali con 855 impiegati. Con il personale "fisso" in forza oggi non si riesce a assicurare la qualità sbandierata nella pubblicità».

(08/07/2004)

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