L’Eco: le necrologie voltano pagina
Foto a colori e una nuova rubrica

Il tempo è passato e L’Eco di Bergamo desidera ascoltare nuove sensibilità e costumi rispondendo con alcune novità, come fotografie a colori, la rubrica «Le parole che ti direi» e non solo. Le novità sono state illustrate a 50 rappresentanti delle onoranze funebri orobiche.

Riempivano le pagine del giornale. Erano le storie dei bergamaschi al fronte molti dei quali, purtroppo, dalla guerra non tornavano. E quei visi ricomparivano sulle pagine del giornale attraverso l’annuncio della loro scomparsa.

Iniziava così il legame de L’Eco di Bergamo con i lutti dei suoi lettori. A distanza di cento anni, il quotidiano non ha perso la missione di custodire la memoria e le necrologie continuano a narrare questa vicinanza.

Il tempo è passato e L’Eco di Bergamo desidera ascoltare nuove sensibilità e costumi rispondendo con alcune novità, come fotografie a colori, la rubrica «Le parole che ti direi», la sezione «L’ultimo saluto alle ceneri» e «La memoria sul web». Ieri in un incontro tra il direttore, Giorgio Gandola, l’amministratore delegato di Seesab, Massimo Cincera, e la segretaria generale Daniela Taiocchi con cinquanta rappresentanti delle onoranze funebri orobiche, sono state illustrate le iniziative e ravvivato il confronto sulla cultura della morte.

«I quotidiani locali di maggiore valore, quelli che entrano nelle case, hanno tra i loro pilastri i necrologi. A Bergamo le inventò monsignor Andrea Spada. Non solo come fonte di reddito, ma come notizia. Perché la morte fa parte della vita e come diceva Montanelli ai battesimi vanno solo i parenti, ai funerali tutto i paese».

«Custodire la memoria è una delle missioni che L’Eco di Bergamo ha nelle sue corde – commenta Cincera –. Negli anni ha saputo adeguare il suo linguaggio ai cambiamenti del costume. Per non perdere questo patrimonio di cultura e di memoria abbiamo ragionato a lungo per trovare modi e spazi per continuare a interpretare il senso della morte». Molti sono, infatti, le trasformazioni in atto nella società: «Abbiamo rilevato come si ricorra, ad esempio, ai social network per annunciare la scomparsa – spiega Taiocchi – o per ricordare una persona cara. Si comprende pertanto l’importanza dei gesti e delle parole che colgono la verità e il bisogno dell’uomo».

Per dare risposta a queste nuove sensibilità, sono partite, o partiranno nei prossimi giorni delle novità, tra cui le fotografie delle necrologie a colori e la sezione «Le parole che ti direi» dedicata alle famiglie e agli amici che desiderano lasciare impresso un pensiero della persona cara. Si aggiungerà «L’ultimo saluto alle ceneri» con l’annuncio, attraverso le pompe funebri, del giorno e dell’orario in cui verranno inumate o tumulate. Infine, con «La memoria sul web» verrà attivata una sezione sul sito internet dove poter consultare l’archivio de «Le parole che ti direi» e delle necrologie pubblicate (inizialmente dal 2002 al 2012, a seguire quelle precedenti).

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