Locatelli? Ora fa il camionista
«Tangenti per salvare le società»

Da capo di un piccolo impero, la Locatelli Spa, a camionista. Era finito in cella per una tangente da 100 mila euro all’ex vice presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani per accelerare la pratica di una discarica. «Ho pagato per salvare le società».

«Faccio viaggi in tutto il Nord Italia, noleggiamo le frese per triturare i manti stradali vecchi prima della riasfaltatura e io le trasporto sui cantieri: l’autostrada Torino-Savona, la A21 della Cisa, la A1 nel tratto Milano-Parma, la Bologna-Padova, e poi l’A4, l’A7, l’A8 e, sì, anche la Brebemi. Eccolo lì, il camion che guido».

Pierluca Locatelli indica il bestione nero parcheggiato nel piazzale della ditta: è anche da quella cabina che sta provando a ridarsi un futuro, lui che sino al momento dell’arresto, due anni fa, era a capo di un piccolo impero chiamato «Locatelli spa», 368 dipendenti, centinaia di automezzi, cave, movimentazione terra, lavori stradali in tutta Italia, che ora vede le principali società in concordato preventivo.

Ora fa l’autista.

F

inito in cella per una tangente da 100 mila euro all’ex vice presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani per accelerare la pratica di apertura della discarica di amianto di Cappella Cantone.

«Ecco, un po’ mi vergogno - dice oggi - ma sono stato costretto a farlo per salvare le mie società. Ci tengo a sottolineare che ho pagato non per avere una autorizzazione che non mi spettava, ma per sveltire l’iter di un’autorizzazione che verrà poi rilasciata regolarmente. Solo p

erché nel 2010 ero bello impiccato con le banche e perché gli enti pubblici non pagavano i lavori per via del patto di stabilità».

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