L’Orto botanico di Città Alta parla straniero
Ad agosto il 46% dei visitatori non italiano

Se i bergamaschi hanno già adottato la neonata sezione dell’Orto botanico di Astino, che in soli 5 mesi di apertura ha visto passare 20 mila visitatori, la sede storica dell’Orto civico «Lorenzo Rota» di Città Alta è stata presa d’assalto dagli stranieri.

Che la sezione di Città Alta sia un luogo molto apprezzato dagli stranieri non è un mistero, ce lo confermano i dati del 2014, dove sui 41.117 visitatori (di cui 20.155 alla sede storica di Colle Aperto, vero e proprio giardino botanico, e 20.962 alla sala viscontea, dedicata ad eventi, mostre e laboratori) il 35% dei visitatori è venuto dall’estero, il 24% da Bergamo, il 18% dalla provincia, il 14% dalla Lombardia e il 9% dal resto d’Italia.

Ma nel corso del 2015, c’è stato un netto sorpasso degli stranieri, che hanno rappresentato quasi la metà dei visitatori: «Ad agosto la media è stata del 46% - spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto botanico di Città Alta e della sezione di Astino -. Gli stranieri hanno davvero fatto la parte del “padrone”, questo ci porta a riflettere su alcuni aspetti, come ad esempio il bilinguismo, un fattore a cui pensiamo da tempo ma che ora siamo costretti ad affrontare».

La sede storica di Colle Aperto (fondata nel 1972, riconosciuta come museo da Regione Lombardia nel 2004) si appresta dunque ad essere rivoluzionata: «Sicuramente il ruolo dell’Orto di Colle aperto deve essere ripensato. Ora che è meno gravato dalla rappresentazione delle piante del mondo, che trovano ampio spazio ad Astino dove gli spazi sono più grandi, la sezione storica può essere più dedicata al turismo. Vogliamo ripensarlo ovviamente in modo positivo, perché è stato e continua ad essere importantissimo».

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