Lucio Parenzan, l’addio dei figli
«Il padre migliore del mondo»

Il suo timore era quello di essere stato un padre assente. Ma Antonio, Guido, Giovanni e Chiara Parenzan non la pensano così. «Ci salutava sentendoci il polso: era il tocco del medico che inaugurava le nostre giornate». Su L’Eco oggi in edicola sei pagine dedicate al «professore».

«Aveva un cruccio, negli ultimi tempi: continuava a ripeterci che gli dispiaceva averci dedicato poco tempo, quasi temesse di essere stato un padre assente. Anche se poi aggiungeva: comunque i veri Parenzan boys siete voi».

Ora, dicono i figli di Lucio Parenzan - Antonio, Guido, Giovanni e Chiara -, «vorremmo dirglielo, sapendo che ci ascolta: per noi è stato il padre migliore del mondo. È riuscito a essere sempre molto vicino, anche se lspesso ontano per lavoro».

Un uomo, «medico nel DNA, attento a tutto il mondo dell’infanzia: ci ha sempre salutato chiedendoci come andava, quando eravamo piccoli e anche ora che eravamo grandi. E mentre ce lo chiedeva, anziché farci una carezza, ci sentiva il polso. Un gesto quasi involontario, lui pensava che non ce ne accorgessimo, invece quasi lo aspettavamo, quel tocco da medico che inaugurava le nostre giornate con lui. E dopo aver verificato che andava tutto bene, gli occhi gli sorridevano più del solito. Lo faceva con tutti e quattro: anche adesso, fino a quando non è entrato in ospedale».

Nessuno dei quattro figli di Lucio Parenzan, padre della cardiochirurgia pediatrica italiana, è medico. «Non ci ha mai forzato la mano, non ha mai imposto nulla. Ci diceva sempre: “L’importante è che facciate bene, anzi benissimo, quello che vi piace”. E ci seguiva passo passo».

Su L’Eco in edicola mercoledì 29 gennaio sei pagine dedicate al «professore»

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